
29.4.1957. La quarta casa delle carmelitane
29 aprile 1957 – Si concludono ufficialmente i lavori di costruzione di un nuovo monastero di clausura, quello delle carmelitane di Santa Maria Bianca, in via Montebello, che nel 2025 è l’ultimo ancora attivo a Parma.
La prima pietra era stata posata il 3 aprile 1956. Le monache si sono rifugiate a Basilicanova a casa dei Mutti durante la Seconda guerra mondiale, perché lo scoppio di una polveriera in Cittadella ha danneggiato gravemente il loro precedente convento, che stava in borgo Felino. Poi hanno trovato sistemazione temporanea nella villa Magnani a Mamiano, per tutto il tempo necessario al cantiere della loro casa definitiva.
L’inaugurazione del monastero segue di pochi giorni la fine dei lavori: esattamente il 16 maggio 1957, il vescovo Evasio Colli benedice il nuovo edificio, composto da quattro corpi di fabbrica attorno ad un classico chiostro porticato, con una chiesa sul lato sinistro della facciata. Il progetto è firmato proprio da una carmelitana, Ricardina Pizzoli, alias madre Maria Geltrude.
Se questo di via Montebello in ordine di tempo è l’ultimo dei conventi aperti a Parma, il rapporto fra la città e le carmelitane scalze risale ben più a fondo nel passato.
Era l’11 marzo 1635 quando in in Capo di ponte (l’Oltretorrente), nella chiesa di Sant’Antonio da Padova (che verrà distrutta dalle bombe il 25 aprile 1944), fu ufficialmente avviata la clausura delle carmelitane. Nel programma di moralizzazione dei costumi femminili sostenuta dal duca Odoardo, erano state chiamate a Parma da Cremona madre Antonia e madre Girolama, donne integerrime, attorno alle quali nel giro di poco si era creata una comunità di una ventina di sorelle votate alla regola riformata un secolo prima da santa Teresa di Gesù. Le carmelitane scalze accolgono donne ardentemente desiderose di preghiera.
L’iniziativa di Casa Farnese ebbe grande successo, tanto che pure una delle figlie del duca, Caterina, il 16 maggio 1661 bussa alla porta del concento per prendere i voti. Odoardo avrebbe voluto farla sposare ad una testa coronata: con l’arciduca Massimiliano fratello dell’imperatore, con Carlo II Stuard re d’Inghilterra, con il Re Sole Luigi XIV, che davvero avrebbe accettato le nozze. Ma lei è una delle ardentemente desiderose di preghiera e preferisce il carmelo a tutti questi uomini potenti.
La prima sede era stata presto sostituita con un convento vero e proprio, in borgo Tanzi, acquistato dai Teatini grazie alla donazione di una sorella. Scacciate da Napoleone nel 1810, ma già il 10 giugno 1817 Maria Luigia aveva richiamato le carmelitane. Ma pure il Regno d’Italia mette gli occhi sul convento dell’ordine, di nuovo sfrattate nel 1898. E loro di nuovo si rivolgono all’ordine dei teatini, acquistando il monastero in borgo Felino dove restano fino ai giorni della guerra.
Cosa fanno le monache in via Montebello, quarta casa delle suore di santa Teresa?
“Il nostro stile di vita, nella sua essenza più profonda, è rimasto immutato nei secoli: silenzio e solitudine, alternati a momenti di gioiosa vita fraterna; clausura e lavoro… e specialmente preghiera, la preghiera liturgica, che ha il suo centro nella messa quotidiana; preghiera personale e silenziosa, alla quale dedichiamo due ore ogni giorno”, spiegano attraverso il sito Internet, piccola finestra affacciata dal carmelo sul mondo.


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Succede il 29 di aprile:

