Cronaca,  Età contemporanea

29.4.1945. La Seconda Guerra Mondiale finisce a Fornovo

29 aprile 1945 – A Fornovo è vinta l’ultima battaglia della Campagna d’Italia. Gli ultimi combattenti nazifascisti si arrendono alle formazioni partigiane e all’esercito brasiliano.

La data di liberazione dell’Italia è il 25 aprile, perché in quel giorno i tedeschi lasciano Milano. Anche da Parma l’esercito di Hitler in rotta fugge la notte fra il 24 e il 25 aprile. Ma in provincia i combattimenti continuano ancora per quattro giorni.

Era successo questo: le importanti forze tedesche in Liguria si erano messe in marcia verso il passo della Cisa, ma un volta passate in Emilia erano state bloccate da formazioni partigiane, per un tempo sufficientemente lungo da permettere l’arrivo dei soldati Alleati.

La 14^Armata, la 90^ divisione Panzergrenadieren e la 148^ Divisione di fanteria leggera tedesche, con alcuni reparti della divisione Bersaglieri della Repubblica sociale italiana, sperano di raggiungere il Brennero e da lì la Germania; sanno infatti che gli Alleati stanno per prendere il controllo della pianura Padana salendo da Firenze a Bologna e se la ritirata non avesse successo, rimarrebbero intrappolati. In tutto sono 15.000 uomini. Non si tratta di un esercito allo sbando, ma al contrario delle ultime forze organizzate di Berlino in Italia. Fra loro vi sono diversi reparti che hanno militato nell’Afrikakorps di Rommel, che due anni prima molti ritenevano invincibile.

Non avevano fatto i conti con la Resistenza. In val Taro, a sbarrare loro la strada, si radunano circa 5.000 partigiani ben equipaggiati. Non è solo la Resistenza di Parma, ma gruppi venuti da varie province. Gli Alleati li hanno riforniti anche di artiglieria pesante. I partigiani riescono a bloccare definitivamente la marcia dei fuggitivi all’altezza di Fornovo, circondandoli.

Il 25 aprile, Ettore “Trasibulo” Cosenza, comandante della divisione partigiana Val Ceno, ordina ai tedeschi di deporre le armi, ma questi rifiutano. Due giorni dopo, giunge sul posto anche l’esercito del Brasile, guidato dal generale Nelson De Mello, che sempre assieme ai partigiani ha liberato Parma. Poi anche reparti della 5^ Armata statunitense. I brasiliani stringono la morsa, scendendo verso Fornovo da Respiccio e da Neviano Rossi. I nazifascisti tengono duro muovendosi verso Felegara, fino al 29, quando accettano la resa incondizionata.

L’ultimo atto della Seconda Guerra Mondiale in Italia va in scena a Pontescodogna di Collecchio, dove è allestito il campo in cui tedeschi e repubblichini devono consegnarsi ai vincitori. I prigionieri sono 15.000. L’uomo che chiude la fila e consegna la pistola è il generale Otto Fretter Pico. La guerra è davvero finita.

Prigionieri tedeschi a Pontescodogna (da A. Bertazzoni, Tutto è finito a Collecchio, 2017)

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