13.3.1589. Il Castello Nuovo del duca Alessandro Farnese
13 marzo 1589 – Alessandro Farnese, duca di Parma e generale del re di Spagna Filippo II, scrive al figlio Ranuccio che vuole un “Castello Nuovo” nella sua capitale. È l’ordine di costruzione della Cittadella.
Il duca è da anni lontano da casa, impegnato nelle guerre contro i ribelli protestanti di Fiandre e Francia e nel naufragato progetto di invasione dell’Inghilterra. Ad Anversa ha ammirato le moderne fortificazioni: proprio prendendo a modello la cittadella della città fiamminga, il 15 agosto spedisce anche i disegni di quella per Parma, stesi personalmente con l’aiuto dell’ingegner Genese Bressani. La primavera seguente fa arrivare i progetti esecutivi ed un modellino in scala. La rocca sarà realizzata esattamente secondo i suoi voleri e da allora più modificata.
A cosa serviva? Alla fine del 1588, il segretario di Stato Giovan Battista Pico aveva fatto osservare al suo signore che i principi vicini potevano minacciare Parma e consigliava di costituire un esercito di 20/30.000 uomini. E proprio nove giorni prima della decisione di costruire, era morto l’omonimo Alessandro Farnese cardinale, senza il quale l’Alessandro generale temeva che lo Stato della Chiesa potesse venire a chiedergli indietro il Ducato di Parma e Piacenza inventato dal bisnonno papa Paolo III.
I lavori durano dal 1591 al 1598. Il duca Alessandro, morto il 3 dicembre 1591 ad Arras, non vede mai realizzata la sua cittadella. La costruzione è diretta inizialmente da Giovanni Antonio Stirpio e poi – cacciato questo per le forti tensioni con le autorità locali – da Bressani. Vi lavorano anche 3.000 uomini insieme. Inizialmente, il cantiere pare un’opportunità di impiego per i poveri di Parma in una fase di carestia, ma diventa presto un grosso problema, perché l’impresa attira centinaia di uomini da fuori e non c’è pane a sufficienza per sfamare tutti.
In questo finale di Cinquecento, i parmigiani non apprezzano quel grande cantiere a sud della città. Si chiedono a cosa mai possa servire quell’edificio militare. Ed effettivamente non vi sarà mai nessuna battaglia a mettere alla prova il “Castello Nuovo”. La Cittadella sarà per secoli sede dell’esercito (c’era la cavalleria ancora nei primi decenni del ‘900, da qui l’abitudine parmigiana di mangiar carne di cavallo) e oggi è parco pubblico. L’unico assedio cui la Cittadella è sottoposta è quella dei palazzi e delle riqualificazioni incuranti della sua origine.