
4.3.1964. L’uomo che legge il demotico e la scoperta di Amenemone
4 marzo 1964 – Al Museo archeologico in Pilotta, il direttore Antonio Frova riceve il grande egittologo Giuseppe Botti. Visitano insieme i nuovi spazi della sezione egizia, ormai pronti per l’inaugurazione; il pubblico potrà entrare dal 18 aprile. Sono il frutto del lavoro dello stesso Botti, di una frequentazione iniziata nel lontano 1939.
Giuseppe Botti è il primo italiano a saper leggere il demotico, una delle scritture dell’Egitto dei faraoni, usato dal popolo, per i testi di carattere quotidiano, diverso dal geroglifico e per certi versi più difficile di questo. Completamente dimenticato nell’antichità e ritradotto a partire da metà Ottocento, resta ai margini degli studi sui papiri. Il primo a compilare una sorta di vocabolario di demotico sarà proprio Botti nel corso degli anni ’30.
Botti lavora sempre fra Torino, Firenze e Roma. Ma quando è in vacanza viene a Parma, o meglio, in Appennino. Perché la sua famiglia viene da Romezzano di Bedonia e lui non manca mai di onorare la processione della Madonna del Voto, il 10 settembre.
Dalla montagna ogni tanto scende, per studiare i papiri del Museo archeologico in Pilotta. Il primo lo traduce nel 1939, un testo funerario che si intitola Libro per entrare nel mondo sotterraneo e per arrivare nella Sala della Verità.
Ma è dal 1956 che inizia a meditare serimente di studiare in serie tutta la collezione parmense, per riorganizzarla e comprenderla. Sempre sostenuto da chi ne ha la responsabilità, Botti può mettere le mani su testi antichi di millenni e portarsi a casa le fotografie di papiri, lapidi e sarcofagi. La sua opera di schedatura termina solo nel 1963. Sulla base da quanto compreso, la sezione può essere riallestita, nel modo in cui resterà fino al 2019.
Il catalogo pubblicato poi da Botti permette di restituire il nome ad un personaggio ritratto nel museo, che sta a Parma dai tempi di Maria Luigia: è Amenemone, “generalissimo” e “porta ventaglio alla destra del re”, vissuto fra il regno di Amenofi III (faraone dal 1386 a.C.) e Horemheb (morto nel 1292 a.C.), proprio l’epoca del famoso Tutankhamon (1341-1323 a.C.).
(IMMAGINI Amenemone, Botti Giuseppe)


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Succede il 4 di marzo:

