9.8.1792. Un orso bianco in piazza
9 agosto 1792 – Bartolomeo Bernabò chiede il permesso di esibirsi a Parma con un orso bianco. Gli spettacoli con animali sono frequenti, con scimmie, cani, anche orsi bruni; ma un orso bianco, molto probabilmente è la prima volta e unica che fa la sua apparizione in Emilia.
Bartolomeo appartiene ad una famiglia di Cavignaga di Bedonia, dove in tanti di mestiere sono orsanti. Catturano orsi (gli ultimi in Appennino, dove è il monte Orsaro, scompaiono proprio a fine Settecento), li ammaestrano e li fanno ballare o lottare nelle piazze di tutta Europa. A un suo parente, Paolo, in questi stessi anni sono stati concessi passaporti per viaggiare con diversi animali selvatici in Francia, Germania e Svizzera.
Il mestiere dell’orsante e dello scimiottaro, proprio della Val Ceno e dell’alta Val Taro (nel 1768, nel distretto di Compiano sono 83 le persone con passaporto da orsante), si tramanda in famiglia fino all’inizio del Novecento.
Di tutti coloro che lo esercitano nel Sette e nell’Ottocento, chi ha avuto maggior successo è proprio un discendente di Bartolomeo: Antonio, la cui biografia è un romanzo d’avventura.
Antonio Bernabò lascia Cavignaga per la prima volta nel marzo 1869, quando all’età di 12 anni accompagna il padre in una tournée in Germania, e impara il mestiere. Un giorno incontra un circo diretto in Spagna, e decide di aggregarsi. Il fratello, che ne perde le tracce, scrive a casa che Antonio è morto, sbranato dai lupi. In Val Taro gli fanno pure il funerale. Che sorpresa quando si presenta a casa dalla madre nel 1875!
Nel 1888 eredita un po’ di terra e una bella somma dal padre, ma vende tutto per mettere in piedi un proprio circo e parte per un lungo viaggio attraverso la Russia, i Balcani, la Grecia, l’Impero Ottomano e l’Egitto. Nel 1903 si esibisce a Costantinopoli davanti al sultano Abdul-Hamid II, a cui lo spettacolo piace così tanto da voler comprare il circo, per una somma altissima.
Antonio che fa? Prende il denaro e organizza un altro circo! Compra decine di cammelli e dromedari, incontrati in Crimea, e li porta in giro per il continente. Intanto prosegue con il suo spettacolo con l’orso, dove finge di lottare con l’animale.
L’avventura più incredibile, Antonio Bernabò la vive nel 1890, quando con Giovanni Cappellini e Antonio Rebollini raggiunge il circolo polare artico in Svezia a dorso di cammello. Perché? Ha sentito parlare degli orsi bianchi, e ne vuole trovare uno. Proprio come aveva fatto il suo antenato Bartolomeo Bernabò. La missione fallisce e i poveri cammelli soffrono talmente il freddo che ogni mattina riprendono il cammino solo dopo aver messo le zampe in acqua calda. I tre italiani vengono derubati di tutto e si salvano solo grazie ad un farmacista finlandese col quale riescono a comunicare in latino.