
28.10.1844. Il teatro di Lucio Mummio sotto via Farini
28 ottobre 1844 – L’antichista Michele Lopez descrive per la prima volta i risultati della sua campagna di scavi attorno a strada dei Genovesi (via Farini), dove è stato ritrovato niente meno che un teatro romano.
I resti sono emersi per caso in giugno scavando una delle gallerie di un nuovo condotto idrico. Da qui si sono allargati al chiostro di Sant’Uldarico. Lopez annuncia la scoperta in una lettera ad Emilio Braun, segretario dell’Istituto archeologico di Roma.
“A tutti quelli che intendono allo studio delle cose patrie porgevano siffatti scavi motivo a sperare qualche fortunata scoperta, la quale diradasse le tenebre in cui siamo sull’antica topografia di questa città. Ma eravamo ben lungi dal pensare che in un luogo forse da tutti creduto fuori dal recinto delle mura antiche venissero trovate le ruine di un edifizio di cui ogni memoria si era perduta”,
racconta Lopez, direttore del Museo archeologico.
Il teatro è stato edificato durante il principato di Augusto, all’inizio del I secolo d.C., poi abbellito nel corso dei due secoli seguenti. Lopez nota la somiglianza con quello di Taormina: più simile alla tradizione greca, che ai canoni romani descritti da Vitruvio. Le gradinate, su un semicerchio di 90 metri di diametro, potevano ospitare 10.000 spettatori. Erano ricoperti di marmo i primi quattro gradoni, mentre chi saliva più in alto doveva accontentarsi di sedere sui mattoni.
La scena, larga 52 metri, è decorata con colonne scanalate, maschere e statue sia in pietra di Luni e della Valpolicella che in bronzo, e davanti le stava il cerchio dell’orchestra, con diametro di 23 metri. Il palcoscenico era in legno.
Emergono anche alcune monete, che vanno da Adriano (imperatore dal 117) a Costanzo Cloro (morto nel 306).
In giugno vengono alla luce alcuni tratti di muro. I primi scavi archeologici fanno emergere, il 20 luglio, alcuni scaglioni semicircolari: è allora che Lopez intuisce che si tratta di un teatro. Ordina di proseguire l’esplorazione in nove punti diversi, eseguiti nei mesi successivi. Il lavoro si protrae fino a novembre. Dai nove scavi emergono lo scolatoio, le gradinate, l’orchestra, la scena, il proscenio, il postscenio e un’iscrizione riferita a Lucio Mummio.
Di tutto questo non resta quasi nulla: terminati i rilievi, gli scavi sono ricoperti. I resti rimangono protetti sotto le strade e le case. Alcuni reperti del Teatro di Lucio Mummio, però, sono esposti al Museo archeologico nazionale della Pilotta e se si entra nel chiostro di Sant’Uldarico ci si trova di fronte alcune colonne che molto probabilmente in origine erano parte del teatro stesso.


