2.11.1705. Il secondo miracolo delle acque del Po
2 novembre 1705 – Il Po è in piena, una delle piene più grandi di sempre. In questo 2 novembre, le acque del Grande Fiume iniziano ad uscire dai suoi argini, nel 1705 più stretti e più bassi di quelli che verranno 250 anni dopo. È un’alluvione che sommerge campagne e villaggi in tutta la valle Padana, dal Piemonte fino a Comacchio. I morti non si contano, sono migliaia. Vaste aree di territorio sono tornate paludi: l’acqua si ritirerà solo all’inizio di dicembre, lasciando case diroccate, stalle scomparse, campanili crollati.
Nel panorama della terribile esondazione, resiste un’isola felice: Busseto, Colorno e Mezzani sono stati risparmiati. Il Po ha inondato anche parte del parmense, sommergendo Polesine, Vidalenzo e Zibello, ma non la parte orientale della Bassa.
Come mai? Qualcuno dirà che a salvare metà parmense sono le ben 14 rotte aperte dalla violenza della piena sulla sponda dirimpettaia di Casalmaggiore, paese completamente sommerso, così come Sabbioneta, che pur restando ad oltre cinque chilometri dal fiume, è coperta da 2,5 metri d’acqua. Ma secondo altri, a salvare Parma è un miracolo di san Bernardo degli Uberti, il vescovo vissuto sei secoli prima.
Nella paura dell’inondazione imminente, da Parma è partita una grande processione. Giuseppe Olgiati, vescovo della città, preleva dalla cripta del duomo le reliquie del suo lontano predecessore Bernardo e le porta fin sulla riva del fiume arrabbiato. Alza il teschio dell’Uberti ed accade il miracolo. Mentre i parmigiani in ginocchio pregano, le acque repentinamente si abbassano e poi pian piano si ritirano.
Lo racconta lo stesso Olgiati in una lettera scritta poche settimane dopo, il 15 dicembre 1705:
“Nell’ultima innondazione così terribile, e perniciosa del Po al portarsi in processione in suo [di san Bernardo degli Uberti] sacro Capo, a benedirsi con esso la parte innondata, si abbassarono subito per più di due braccia l’acque, indi si ritrassero entro le sponde del fiume”.
Olgiati ha portato le reliquie di san Bernardo per un motivo ben preciso. Si racconta infatti che nel 1118, in occasione di un’altra eccezionale piena, Bernardo degli Uberti in persona sia venuto in riva al Po ordinando al fiume, nel nome della Madonna, di arretrare. E quello ha ubbidito, piegando il proprio corso per non danneggiare i centri abitati.
Il racconto e il ricordo del miracolo delle acque del Po che si ritirano davanti alle reliquie nel 1705, resteranno a lungo nella memoria dei parmigiani, rilanciando il culto di san Bernardo degli Uberti. Quando il fiume tornerà a gonfiarsi minacciando distruzione, nel 1714, gli abitanti di Ragazzola subito pregheranno san Bernardo e ancora una volta il Grande Fiume risparmierà Parma.