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6.12.1385. Moratoria su spade, coltelli e lance

6 dicembre 1385 – Gian Galeazzo Visconti, signore di mezzo nord Italia, ordina che più nessuno giri armato nella città di Parma e negli altri centri urbani del parmense. Il decreto da lui emanato in questo giorno vale tanto per i parmigiani, quanto per i forestieri in visita.

Il Visconti stabilisce che tutti “possano portare le armi liberamente e impunemente” sulle terre da lui governate, tranne che nel parmense. Troppi e troppo frequenti sono infatti gli scontri a Parma, dove faide familiari e lotte fra fazioni hanno reso assai insicura la vita di tutti.

La disposizione è semplice. Chi giunge a Parma da fuori, mercante, pellegrino, o quant’altro, appena arrivato dovrà depositare le sue armi e lasciarle finché non ripartirà per andarsene. I parmigiani, invece, possono muoversi da centro a centro con spada o coltello, ma anche loro, non appena arrivati in una villa o rientrati in città, dovranno deporre le armi. Nessuno, insomma, “per le città e piazzeforti possano portare armi di alcun genere”.

Le spade non sono vietate del tutto perché andrebbe contro i costumi del tempo, e anche perché non è possibile garantire la sicurezza, così si deve essere capaci di difendersi da sé. Ma qualche limite bisogna iniziare ad imporlo.

In realtà il divieto di girare armati in Parma è già negli Statuti comunali dal 1374, ma se il Visconti deve ribadirlo, evidentemente non è rispettato. Il fatto che un’identica proibizione sarà approvata di nuovo nel 1421, suggerisce che neppure l’ordine di Gian Galeazzo sia risolutivo.

Armi ed armature antiche esposte nel castello di Torrechiara, provenienti dalla collezione del conte Antonio Cordero Bologna, signore di San Quirico
Armi ed armature antiche esposte nel castello di Torrechiara, provenienti dalla collezione del conte Antonio Cordero Bologna, signore di San Quirico
Armi ed armature antiche esposte nel castello di Torrechiara,
provenienti dalla collezione del conte Antonio Cordero Bologna, erede dei signori di San Quirico

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