Cronaca,  Età contemporanea,  Medioevo

21.9.1868. Alluvione in Oltretorrente. Venti vittime

21 settembre 1868 – Le acque del torrente Parma in piena rompono le mura presso vicolo Santa Caterina e allagano le vie dell’Oltretorrente, profonde oltre due metri. Abbattono case, uccidono persone e quando, una notte più tardi, lentamente calano, lasciano rovina e fango. Le vittime sono venti e centinaia gli sfollati.

Settembre è stato più volte mese di inondazioni per Parma. Ad esempio, nel settembre 1315 la Parma rovina le mura costruite accanto a piazza Ghiaia ed allaga diverse porte, conventi e strade fino a San Lazzaro, oltre che tutte le campagne a valle della città, uccidendo persone e bestiame. Il 13 settembre 1584, similmente, una piena rompe parte del “pontis castri” (oggi Verdi), dopo che l’acqua già ha sommerso il Caprazzucca e il “Pons Lapidis” (di Mezzo).

Le cronache registrano molte esondazioni in città, quasi sempre sul lato dell’Oltretorrente. La grande alluvione del 1177 o 1180 (come si dirà meglio domani) trascina tanti detriti da tamponare per intero l’antico Pons Lapidis e il torrente si sposta di 130 metri ad ovest, là dove erano le piccole case del borgo di Cò di Ponte.

Il 28 agosto 1276 il torrente inonda ancora l’Oltretorrente ricostruito un poco più lontano, evento che coincidendo con l’arrivo della notizia della morte del papa, Innocenzo V, è letto come segno del cielo.

Nel 1286 il ponte dei Salari è abbattuto da una piena. Nel 1307 piove così tanto che prima l’acqua trabocca dai pozzi in tutta la città, poi il torrente allaga non una ma due volte, il 7 e il 16 ottobre, come sempre in Oltretorrente, tanto che vi si va in barca. Nel 1407, il torrente copre tutta la città danneggiando diverse chiese e case e nella bassa la Parma si confonde con il Taro, l’Enza ed il Po creando un immenso lago.

Nel 1620, il 28 settembre, la Parma esonda a San Leonardo allagando campi e mulini e isolando un gruppo di donne e ragazzi poi salvati da un certo Battista Mindogni, che li porta all’asciutto a spalla, impresa ricompensata col perdono di un figlio bandito.

Prima della mortale esondazione del 1868, il fiume era già uscito dall’alveo nel 1833, 1864 e 1872.

L’ultima piena calamitosa è l’esondazione del torrente Baganza il 13 ottobre 2014, che ha allagato il Montanara: questa a Parma la ricordano tutti. L’alluvione del 1868 sarà fra le ragione adottate dai sostenitori dell’abbattimento delle mura della città. Gli antichi bastioni avevano infatti impedito all’acqua di defluire rapidamente. Saranno eliminati fra 1889 ed il 1912.

Fotografia di Ettore Carmignani del dopo alluvione del 1868,
da R. Tassi, Carmignani padre e figlio, Cassa di risparmio di Parma, Parma, 1980
Fotografia di Ettore Carmignani del dopo alluvione del 1868,
da R. Tassi, Carmignani padre e figlio, Cassa di risparmio di Parma, Parma, 1980
Fotografia di Ettore Carmignani del dopo alluvione del 1868,
da R. Tassi, Carmignani padre e figlio, Cassa di risparmio di Parma, Parma, 1980
Fotografia di Ettore Carmignani del dopo alluvione del 1868, da R. Tassi, Carmignani padre e figlio, Cassa di risparmio di Parma, Parma, 1980
Fotografia di Ettore Carmignani del dopo alluvione del 1868,
da R. Tassi, Carmignani padre e figlio, Cassa di risparmio di Parma, Parma, 1980

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