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31.12.1783. Il primo volo sul parmense

31 dicembre 1783 – A Colorno, nel parco della Reggia, si alza in volo la prima mongolfiera del parmense. A bordo non c’è nessuno: è un enorme palloncino che affascina i pochi spettatori chiamati ad assistere, cioè i membri della corte ducale.

Sono trascorsi solo tre mesi dal primo esperimento pubblico dei fratelli Montgolfier in Francia. La passione per il volo ha subito dilagato in Italia. A Colorno, un primo tentativo di volo c’era stato due giorni prima, il 29 dicembre, ma fallimentare. Il 31, invece, il “globo aerostatico” si gonfia e conquista il cielo. Il vento lo trascina lontano. Viene ritrovato solo sette giorni più tardi, a Sissa.

La mongolfiera è stata costruita dal macchinista di corte Mattei e riempita di idrogeno prodotto con un procedimento messo a punto dal farmacista Giovanni Ulrici, che utilizza limatura di ferro e acido vitriuolico.

In settembre, il governo ha diffuso notizie sull’invenzione della mongolfiera, “affine di prevenire il sorprendimento, ed il terrore, che avrebbe potuto cagionare nel Popolo”, spiega la Gazzetta di Parma di allora. Poi sono iniziati gli esperimenti a Colorno. Quella del 31 dicembre è la prova di un grande spettacolo pubblico che si terrà pochi mesi dopo.

Il 1° maggio 1784, la mongolfiera di nuovo si alza in aria, questa volta in città, nel Parco ducale, davanti ad un esteso e estasiato pubblico. A Parma per alcuni giorni è in visita il re di Svezia Gustavo III con la sua corte: lo spettacolo dell’aerostato è per lui.

Detto globo era dei più pomposi, che sieno stati costrutti con pelli da Battiloro le quali erano doppie, della capacità di 143. piedi cubici, vagamente dipinto, e verniciato, tanto nella parte interna, come nell’esterna, e il quale col mezzo de’ nastri pendenti dalla sua rete sosteneva una linda Barchetta, su la quale erano disposti sette mazzi di fiori, da presentarsi coll’innalzamento del Globo agli Augusti Personaggi”.

L’opera di sì bel Globo, fortunatamente terminato in detto giorno, devesi al genio del Conte Stefano Sanvitale, Esente delle Reali Guardie del Corpo, non che all’abilità, ed ingegno, dei Signori D. Bernardo Piacentini, e Giulio Carmignani, che come puri Dilettanti vi si sono applicati coll’illustre Cavaliere, e col concorso dell’opera del Sig. Antonio Preti esperto Macchinista di questa Reale Università, quale l’ha prestata anche al riempimento del medesimo”.

Questo Globo riempito in pochi minuti di aria infiammabile metallica col già praticato, e facile metodo del Sig. Gio. Ulrici Individuo di questa Reale Farmacia, e da esso disposta, ha avuto quell’esito che potevasi attendere; mentre appena tagliato il nastro, cui restò attaccato alcun tempo, in attenzione dell’ordine del lanciamento, s’alzò con tale velocità prendendo la direzione verso Nord-Est, spinto anche dal vento, che in due minuti e mezzo sì bella mole sparì dagli occhi di tutti”.

La mongolfiera si è persa verso la campagna ed è stata offerta una ricompensa di sei scudi a chi la riporterà.

Evidentemente qualcuno l’ha ritrovata, poichè lo spettacolo sarà ripetuto il 23 maggio a Colorno. Questa volta, sotto il pallone in taffetà bianco di 22 piedi di diametro, è stata messa una gabbietta con un rapace. Nel suo nuovo volo, l’aerostato arriva fino a Soragna, al torrente Stirone. Qui, meno gonfio ma ancora sollevato in aria, viene preso da alcuni contadini, che lo trainano per le funi fino a San Secondo. La mongolfiera attira moltissima gente, che per alcune ore si diverte ad appendersi e farsi sollevare.

Jean Francois Ravenet, Memoria per direzionare i palloni aerostatici (1800, disegno acquerellato)
Jean Francois Ravenet, Memoria per direzionare i palloni aerostatici (1800, disegno acquerellato)

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