
14.1.1910. L’incredibile funambolo Strohschneider
14 gennaio 1910 – In piazza Ghiaia si esibisce il grande funambolo Arthur Strohschneider. La gente col naso all’insù, ma anche dalle finestre e dai balconi, gremiti, segue con ammirazione e stupore crescenti le cento evoluzioni che quest’uomo è in grado di eseguire stando lì, in equilibrio sul suo cavo di rame teso a 14 metri dal suolo, sempre col bilanciere in mano.
Strohschneider cammina, barcolla recitando la parte dell’ubriaco, finge di cadere per strappare un urlo alla folla, pedala su una bicicletta priva di pneumatici, si siede e mangia, torna a passeggiare, ma stavolta bendato! E poi addirittura legato dentro un sacco cui è stato tagliato il fondo per far uscire i piedi!!
Dall’alto chiacchiera col pubblico e invita qualcuno a farsi avanti per salire con lui sulla corda: lo porta lui, seduto sul manubrio; il coraggioso volontario è probabilmente uno dei quattro figli del funambolo, che con la moglie lo accompagnano sempre.
Ora è di nuovo da solo, ma con dei piccoli trampoli!!! (Tre punti esclamativi si usano davvero raramente). Il gran finale sono i fuochi d’artificio, sparati sempre mentre ondeggia nel cielo.
I parmigiani sono in visibilio. Non risparmiano “Urrà”, “Bravo”, “Viva” e applausi, applausi, applausi. Familiari e collaboratori dell’artista passano fra la gente con capienti scatole per raccogliere le offerte.
Qualche anziano ricorda di aver sentito raccontare che già nel 1830 era venuto a Parma un celebre funambolo, che aveva teso la sua fune fra la torre dell’orologio del Palazzo del Governatore e le colonne del loggiato di Palazzo Bondani, ma non può certo essere stato bravo come questo qui, che pare non conoscere la forza di gravità.
Originario della Boemia, Arturh Strohschneider discende da una stirpe di equilibristi; lui è la dodicesima generazione. Ha imparato a camminare sul filo quando aveva nove anni e anche se ha provato a fare altro – insegnante di educazione fisica in Italia per quasi dieci anni e spettacoli con la mongolfiera – è poi comunque sempre ritornato al suo unico vero amore: la corda. E non importa se ci sono stati incidenti: si è sempre rialzato, riarrampicato fino al filo e col bilanciere ha sempre ripreso a far sognare la gente.
Il nostro stuntman ha fatto spettacoli nelle piazze di tutto il mondo, da Costantinopoli a Tokyo, da San Pietroburgo a New York. In questo primo mese del 1910 ha deciso di fermarsi nelle città dell’Emilia: Bologna, Modena, Faenza, e ovviamente Parma, dove ripete l’esibizione per una settimana di seguito, sempre dalle 20 alle 21, ma ogni sera con numeri diversi, e con pubblico sempre più numeroso, tanto che c’è chi invoca un servizio d’ordine per gestire la folla e l’allontanamento delle auto da piazza Ghiaia, altrimenti tutti non ci si entra.
I parmigiani ricompensano i funambolo con molte mance, che lui dona in parte ad istituzioni benefiche, come ha stabilito di fare in tutti i luoghi in cui si ferma. Un fetta significativa dei guadagni di Strohschneider vanno all’Assistenza pubblica, agli Asili d’infanzia e al Comitato di provvedimento (che dona pasti ai poveri).
Arthur Strohschneider, nato il 19 settembre 1881, morirà nel 1952.

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Succede il 14 di gennaio:

