Cronaca,  Età contemporanea

15.1.2000. Rivolta lampo nel carcere di via Burla

15 gennaio 2000 – Chissà se avevano progettato tutto, come nei film, o se hanno solo approfittato di un’occasione. Sono e 11,00 e nel carcere di Parma l’ora d’aria dei detenuti del braccio 3A è terminata. Come ogni mattina, richiamati tutti, l’agente di turno Domenico Gallicchio accompagna il gruppo verso le celle per rinchiudere ciascuno nella sua, ma stavolta le cose non vanno come di consueto. Cinque uomini aggrediscono il secondino, gli strappano il mazzo di chiavi dalle mani, riaprono le porte già serrate e prendono il controllo della sezione.

Gli aggressori hanno fra i 29 e i 47 anni di età, sono condannati per reati di droga o assalti a furgoni portavalori, qualcuno ha precedenti tentativi di evasione. Con loro adesso ci sono gli altri 29 coscritti liberati dalle celle. L’unico sotto chiave ora è il secondino.

Brande e armadi sono trascinati al cancello, per impedire ad altre guardie di entrare. Qualcuno approfitta del fax nella guardiola per scrivere a casa. Appena all’esterno si accorgono della situazione, inizia una trattativa.

I rivoltosi dichiarano di aver preso in ostaggio l’agente per obbligare le autorità a garantire migliori condizioni di vita. Vogliono un vitto più abbondante e sano. Vogliono poter telefonare alla famiglia quando richiesto. Alcuni vogliono essere trasferiti altrove, perché qui in via Burla si sta troppo male.

Arrivano auto di tutte le forze dell’ordine e arriva il procuratore capo di Parma Giovanni Panebianco. Non fate del male all’agente della penitenziaria e nessuno farà irruzione. Accettate le nostre richieste, altrimenti non lo lasciamo. Panebianco accetta, mostra le carte con gli ordini di trasferimento. Allora una squadra con il flessibile viene fatta avvicinare ai cancelli per tagliare la serratura ed entrano senza incontrare resistenza.

La rivolta termina ufficialmente alle ore 17,05. È durata sei ore.

Nei giorni immediatamente successivi, due dei 34 partecipanti alla ribellione vengono ritrovati morti, uno impiccato e l’altro nel letto, per infarto.

I capi della sollevazione del 15 gennaio 2000 saranno processati solo molti anni più avanti. Nel 2016 i cinque che hanno preso le chiavi all’agente Gallicchio saranno condannati a pene di poco superiori ai 4 anni di reclusione per cattura di ostaggi.

Il penitenziario di Parma, in via Burla
Il penitenziario di Parma, in via Burla

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Succede il 15 di gennaio:

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