Cultura & Società,  Epoca Moderna

14.1.1817. La più grande raccolta ebraica d’Europa

14 gennaio 1817 – Angelo Pezzana, direttore della Biblioteca Palatina, comunica alle autorità del Ducato l’avvenuta acquisizione della più grande raccolta di manoscritti ebraici esistente in Europa. E con loro anche di vari testi buddisti, confuciani e musulmani, che a Parma probabilmente in questo 1817 pochissimi (se non nessuno) sono in grado di leggere, ma che aprono alla conoscenza di mondi prima ignorati.

La raccolta trasportata nel palazzo della Pilotta è quella dell’abate Gian Bernardo De Rossi, piemontese che ha trascorso la vita intera nella caccia ai libri orientali. Da giovane era stato chiamato a Parma ad insegnare Lingue orientali. Lui sì che conosce le culture dell’Asia e dell’Africa: è stato in grado di pubblicare un volume con le orazioni domenicali in 105 idiomi diversi! Per poterlo stampare, ha dovuto spiegare al tipografo Bodoni come realizzare i tipi dei non pochi alfabeti necessari.

Ormai avanti nell’età, cerca una destinazione per la sua biblioteca e Pezzana è così bravo da spuntarla su ogni possibile concorrente, creando le condizioni per un accordo fra De Rossi e autorità ducali

La collezione, pagata 100.000 franchi dalla duchessa Maria Luigia, vanta un Grande sutra fiorito del Budda del 1345, I quattro libri di Confucio in un testo del 1689, testi in scrittura malabarica su corteccia (da una regione del Deccan, in India) e altri in persiano, armeno, turco, arabo. Ma soprattutto, conta 1.432 manoscritti e 1.442 libri a stampa in ebraico e due in yiddish.

Fra i volumi di maggior valore sono naturalmente alcune Bibbie, come le due spagnole, copiate nel 1277 e nel 1300, con miniature arabeggianti, o un copia della prima edizione a stampa in ebraico della Bibbia, prodotta a Brescia il 23 gennaio 1492 da Gershom ben Mosheh Soncino. Un altro libro a stampa dello stesso tipografo compreso nella raccolta De Rossi è la Mashal ha-kadmoni (La favola antica), primo testo in ebraico a stampa con figure, del 1497, una versione giudaica delle avventure di Sindbad il marinaio. Poi alcuni salteri, fra i quali uno manoscritto prodotto probabilmente a Roma attorno all’anno 1300 dove sono raffigurati diversi strumenti musicali. Fra i testi più rari, un midrash (esegesi) di Yeudah ben Salomon ha-Kohen, sapiente del XIV secolo, che qui riporta citazioni da Aristotele, Euclide, Tolomeo per spiegare i movimenti dei corpi celesti.

Con alcune acquisizioni successive, quella della Palatina resta tutt’oggi una delle tre più importanti collezione di libri ebraici antichi del continente, assieme a quelle di Mosca e di Parigi.

Davide miniato al principio di un salterio che contiene anche i libri dei Proverbi e di Giobbe, opera di Daniel ben David Carpi, XV sec., Biblioteca Palatina
Davide miniato al principio di un salterio che contiene anche i libri dei Proverbi e di Giobbe,
opera di Daniel ben David di Carpi, XV sec., Biblioteca Palatina

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