Età contemporanea,  Politica

4.6.1882. Revisionismo toponomastico

4 giugno 1882 – A due giorni dalla morte dell’Eroe dei due mondi, il Consiglio comunale di Parma dedica a Giuseppe Garibaldi la barriera e la strada già dette di San Barnaba. Inizia un’intensa e conflittuale stagione di revisionismo toponomastico, che cancella i nomi tradizionali di vie e piazze per celebrare il vittorioso Risorgimento.

Da lì ad un anno, non ci sarà più strada dei Genovesi, ma via Farini; non più piazza Grande, ma piazza Garibaldi; non più strada San Quintino, ma via XXII Luglio. Strada e porta San Michele diventano strada e porta Vittorio Emanuele II; a strada Santa Lucia succede strada Cavour; al posto delle strade San Quintino e San Cristoforo, ora ci sono strada Mazzini e strada Lamarmora. In Oltretorrente strada e porta Santa Croce da ora sono chiamate strada e porta D’Azeglio e strada San Francesco via Nino Bixio.

La scelta dei nomi fu tutt’altro che facile e non trovò mai una larga condivisione. Anche per questo le nuove intitolazioni arrivarono in ritardo rispetto a molte altre città. Qualcuno avrebbe voluto mantenere un legame fra i nomi delle strade ed il territorio. Ma il problema maggiore furono i riferimenti alle idee di Mazzini, che minacciavano di sostenere idee pericolosamente democratiche. Alla fine il leader repubblicano ebbe la sua strada, ma fino al 1911 via Mazzini era solo un tratto dell’attuale, e per lo più – fino agli ampliamenti del secondo dopoguerra –, uno stretto vicolo. Il resto della via era dedicata al generale Alfonso La Marmora, poi dimenticato.

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