27.5.1893. Licenziose signorine in tramway
27 maggio 1893 – Parte il primo tramway Parma–San Secondo. È la seconda linea di treni per collegamenti interni avviata nella provincia. La prima, fra Parma e Langhirano, è attiva già dal novembre precedente.
Sono state attrezzate dalla Società Nazionale di Tramways e Ferrovie di Milano, che sta per ultimare anche il prolungamento fino a Busseto, con l’idea di aggiungere una carrozza che porterà i passeggeri fino al Po a Stagno di Roccabianca, dove ci sarà una coincidenza con il servizio di battelli già in funzione.
Sui binari corrono vetture a vapore della Fratelli Diatto, acquistate a Torino.
Nel 1894, si aggiungeranno la Parma–Traversetolo, la Parma–Zibello, la Soragna–Borgo San Donnino. Nel 1908 sarà collegato pure Medesano: all’epoca, la rete su ferro più estesa in Italia.
È una rivoluzione tecnologica eccezionale: per millenni ci si era mossi a piedi o con i cavalli davanti alla carrozza; ora ci sono il motore e queste strisce parallele di metallo che accorciano notevolmente i tempi. I vantaggi alla mobilità e quindi all’economia sono del tutto evidenti. Ma non solo: il tramway offre anche nuove occasioni di svago, una libertà personale nuova, che può anche far girar la testa e accende la fantasia…
Di questo parla una canzone popolare scritta con la partenza dei primi treni, il testo satirico “Il Tramway di Parma” pubblicato dall’editore e tipografo Pennaroli:
Mancava a Parma – anche il Tramwai
per raddoppiare – i nostri guai,
che le morose – non taccion mai
e voglion sempre – star sul Tramwai.
(RIT) Piace alle donne assai assai
girar in su in sul Tramwai,
godere in tutte e tutte l’ore
ballar e far l’amore.
Ragazze belle – ecco il Tramwai
con pochi soldi – si gira assai,
sino a San Lazzaro – potete andare
fare l’amore – farvi baciare
Ha una carrozza – di bel vedere
col servitore – e col cocchiere,
con due cavalli – sempre al galoppo
dieci centesimi – non son poi troppo.
(RIT)
E fanteria – cavalleria
e bersaglieri – artiglieria,
il contadino – ed il signore
vanno in Tramwai – per fare l’amore
e le modiste – sarte e sartine,
le cameriere – le contadine,
allor che montano – sopra al Tramwai
sentono un gusto – provato mai.
(RIT)
Quando discendono – le madamine
in mano tengono – le gonnelline,
son confuse – fan pian pianino
per far vedere – un bel piedino.
Per colazione – queste donnine
mangiano pane – e cipolline;
ma la domenica – ben pettinate
fanno in Tramwai – le passeggiate.
(RIT)
T’avverto amico – sopra il Tramwai
se in dì festivo – capiterai,
non ti curare – se le sartine
ti danno occhiate – da malandrine.
(RIT)
Se di sartine – c’è molta folla
o di bustaie – culo a molla,
sopra il tramwai – è di brutto andare
che più di otto – non si può stare.
Tornando a casa – le contadine
proprio contente – come regine,
dire a tutti – si stancan mai
andammo a Parma – sopra al Tramwai.
(RIT)
Sarte e sartine – serve e coriste
vanno in Tramwai – per far conquiste,
e verso sera – sopra l’erbette
oh! Quanti baci – oh! Quante strette.
V’avverto donne – sopra al Tramwai
occhio alle pentola – non si sa mai…
Che se rompete – un qualche vetro
il conduttore – vi vien dietro.
(RIT)
Evviva Parma – viva il Tramwai
viva l’impresa – dei fiaccherai!
Montate donne – sopra il Tramwai,
sino a San Lazzaro potete andar.
(RIT)