2.11.2000. Il fantasma della metropolitana
2 novembre 2000 – Il Comune di Parma annuncia la prossima costruzione di una linea di metropolitana in città. Le imprese Ansaldo, Bonatti e Breda – insieme – hanno risposto al bando di project financing pubblicato in maggio. Aderendo all’iniziativa del municipio, la cordata di costruttori si impegna a presentare un progetto esecutivo, che farà la società Metropolitana Milanese, ed un’offerta economica.
Il piano del sindaco Elvio Ubaldi è collegare con i binari il casello dell’Autostrada con il Campus universitario, passando per la stazione ed il centro storico, in parte in superficie, in parte in galleria.
Si stima un costo di mezzo miliardo di lire. Per ora, però, basterebbe fare il tratto dalla stazione al Campus, per 260 milioni. I soldi li devono mettere per metà lo Stato, con una richiesta da fare attraverso la Regione, e per metà gli stessi costruttori, che in cambio potranno gestire l’infrastruttura per qualche decennio.
Il progetto della metropolitana sarà uno dei temi più caldi del dibattito politico per i dieci anni successivi e alla fine non si farà nulla.
La prima a parlare di metropolitana a Parma era stata nel 1987 una società privata, presentando l’idea di un percorso sospeso su balconate parallele al Lungoparma. Due anni dopo, proprio Ubaldi, allora vice del sindaco Lauro Grossi, sollecita la Tep, azienda del trasporto pubblico di Parma, a mettere in cantiere una metropolitana di superficie; ma di lì a poco Grossi passa a miglior vita e la successiva giunta di Mara Colla non dà seguito al disegno.
Diventato lui primo cittadino, Ubaldi lo riprende in mano, lavorando fino all’ultimo per fare a Parma una metropolitana.
L’idea si scontra con molti ostacoli. Il primo è il buon senso: davvero in una città piccola come Parma ha bisogno di un metrò? Da qui il problema economico: Parma non fornirà mai sufficienti passeggeri da sostenere i costi di gestione di una simile infrastruttura; e pure per la costruzione le cifre si rivelano ben presto di molto superiori al mezzo miliardo di cui si parla nel 2000.
Nonostante questo, nel 2004 il Comune approverà un progetto articolato addirittura in tre linee, dal casello al Campus, dall’Ospedale Maggiore alla stazione e dalla città a Salsomaggiore, prevedendo l’entrata in servizio a fine 2008. Fonda un’apposita società per realizzarlo. Ottiene dallo Stato un finanziamento di 210 milioni di euro. Per affidare i lavori non segue la procedura del 2000, ma ne avvia un’altra, con l’assegnazione alle imprese Pizzarotti, CoopSette e Ccc.
I problemi insoluti e le sempre crescenti critiche all’iniziativa, però, porteranno ad un’improvviso aborto nel novembre 2010, esattamente dieci anni dopo l’inizio di questa storia. A sotterrare per sempre la metropolitana di Parma è Pietro Vignali, sindaco dal 2007, che capisce che l’opera causerebbe alla città molti più danni che vantaggo. Perfetto esempio di inclusio, è proprio lui, da assessore alla Viabilità, che il 2 novembre 2000 annuncia l’avvio del progetto.