3.11.1935. San Leonardo, apertura ritardata di quattro anni
3 novembre 1935 – Le reliquie di san Leonardo cambiano casa, passando dal vecchio oratorio alla nuova chiesa, che il vescovo Guido Maria Conforti ha voluto per la periferia più popolare di Parma. A consacrare il nuovo tempio è però il suo successore, Evasio Colli, perché Conforti muore proprio appena terminati i lavori di costruzione.
I riti di trasferimento della parrocchia si sarebbero dovuti svolgere esattamente quattro anni prima, al principio di novembre 1931. Ma l’amato vescovo Conforti in quei giorni si ammala, viene ricoverato e poi spira. Per lutto, tutte le cerimonie di quell’autunno vengono annullate. La nuova San Leonardo resta come in un limbo e solo in questo 1935 si compie quel che si sarebbe dovuto fare nel ‘31.
Le celebrazioni durano quattro giorni, fra riti sacri e fiaccolate; proprio il 6 novembre, infatti, si ricorda san Leonardo abate, eremita del Limosino morto nel 545.
La chiesa è stata progettato dall’architetto Camillo Uccelli, che lavora in Comune, ed edificata a partire dal 1928. Ancora legata allo spirito eclettico di inizio secolo, ha forme bizantineggianti. All’interno ha tre navate, divise da dodici colonne per parte in marmo rosso di Verona. Della stessa pietra è anche la facciata con quattro piloni e sette archetti, l’ultima parte costruita.
La chiesa sull’omonima via è la terza San Leonardo: un primo oratorio fu costruito fuori porta San Barnaba alla Madonnina (nome dell’incrocio fra via Trento e via Venezia). Quel primo edificio fu demolito nel 1546 per la “tagliata” ordinata da Pier Luigi Farnese. Un nuovo San Leonardo fu allora costruito più lontano, sulla futura strada San Leonardo, all’incirca nella zona fra via Prampolini e via De Ambris. Ma quando, a inizio Novecento, la zona viene coinvolta nella nuova espansione urbana, un piccolo oratorio non basta più: da qui la decisione di fondare la terza chiesa di San Leonardo, finanziata per intero dai parrocchiani, attraverso offerte raccolte da un apposito comitato promosso dal parroco don Bonati e dalle sorelle Ferrari e presieduto dalla vedova Amelia Alinovi in Bianchini.
Di fatto, il nuovo tempio viene utilizzato fin da fine estate 1931, pur a lungo senza consacrazione.
L’ultima funzione del vecchio piccolo oratorio, invece, è ospitare mostre. Nel 1931 è sede di un’iniziativa per commemorare i 610 anni dalla morte di Dante Alighieri, con la mostra Visioni dantesche, esposizione di 240 cartoni disegnati dal parmense Francesco Scaramuzza per illustrare la Divina Commedia.