Animali,  Età contemporanea

10.8.1934. Il leone dell’imperatore e il leone in pentola

10 agosto 1934 – Arriva da Roma un ospite importante. Anzi, arriva dall’Etiopia. È stato inviato dall’imperatore Hailé Selassié e ricevuto dal principe Umberto. Chi è? Si chiama Sultano ed è un leone. Viene per trascorrere i suoi ultimi giorni in una gabbia nel parco Regina Margherita (oggi Mazzini) di Salsomaggiore.

Nel 1931, per iniziativa del podestà Mantovani, a Salso è stato allestito uno zoo. Dal 7 giugno 1931, il giardino con gli animali è aperto al pubblico. Ospita leoni eritrei, due orsi bruni siberiani, due leopardi della Somalia, due puma, varie gazzelle, volpi, scimmie americane con ciuffetti grigi, un macaco, antilopi cervicapra asiatiche, alcuni palmipedi e qualche rapace. Tutti esemplari donati dallo zoo di Roma.

I leoni sono l’attrazione principale. Al principio di questo 1934, il primo maschio dello zoo muore. Nonostante la giovane età, non ha resistito al freddo dell’inverno. Allora da Roma mandano un altro maschio, il vecchio Sultano, dono del sovrano d’Etiopia al principe del Piemonte in occasione della visita di suo figlio in Italia. Il principe ha lasciato il feroce felino allo zoo di Roma e ora questo lo invia nel parmense.

Neppure Sultano resterà a lungo. Muore infatti pochi mesi dopo l’arrivo a Salsomaggiore. E di nuovo Roma si preoccupa di rimpiazzarlo, con Ras, il quale invece sulle colline appenniniche si ambienta subito. Il 26 ottobre 1934, a Salso nasceranno tre leoncini, figli di Ras, e altri due all’inizio di maggio 1937.

Lo zoo si arricchisce di altri animali. In questo 1934, un cucciolo nasce anche nella gabbia dei leopardi. Sono portati daini, sciacalli, pappagalli e uccelli di palude. Il 21 novembre arriva una coppia di cinghiali provenienti dalle tenute reali di San Rossore, dono della regina Margherita che aveva visitato lo zoo l’estate dell’anno prima.

Lo zoo sarà smantellato nella seconda metà del 1944, dopo aver subito le peggiori cose della guerra. Prima la fame: il 28 febbraio 1943, il guardiano dello zoo Emilio Borghesi è condannato a sei mesi di reclusione addirittura per aver rubato più volte carne destinata agli animali, rivenduta per consumo umano nonostante fosse stata dichiarata inadatta a tale scopo. E poi i combattimenti: diversi animali sono uccisi durante mitragliamenti alleati nel 1944. Da qui la decisione di rimandare tutte le bestie sopravvissute Roma.

Là dove c’era lo zoo, nel dopoguerra è stata costruita la bocciofila ancora esistente.

Con la storia del parco zoologico di Salsomaggiore ne va raccontata brevissimamente un’altra. Sapete che fine ha fatto il primo leone, quello morto all’inizio del 1934, sostituito con Sultano? È stato mangiato! Sì, nei piatti di una trattoria di Fidenza, cucinato arrosto.

La singolare cena è stata consumata nel gennaio 1934 presso la Trattoria dei cacciatori, detta Osteria della Giuseppa. Alcuni cittadini hanno comprato dallo zoo la carcassa del leone, adducendo ragioni legate al rispetto degli animali, e una volta ottenuto il corpo lo hanno scuoiato e dato in mano alla cuoca.

Il perduto zoo di Salsomaggiore nel 1931 (foto dal blog vecchiasalso)
Il perduto zoo di Salsomaggiore nel 1931 (foto dal blog vecchiasalso)
Uno dei leoni del perduto zoo di Salsomaggiore nel 1934 (foto dal blog vecchiasalso)
Uno dei leoni del perduto zoo di Salsomaggiore nel 1934 (foto dal blog vecchiasalso)
Uno dei leoni del perduto zoo di Salsomaggiore nel 1934 (foto dal blog vecchiasalso)
Uno dei leoni del perduto zoo di Salsomaggiore nel 1931 (foto dal blog vecchiasalso)
L'orso del perduto zoo di Salsomaggiore nel 1934 (foto dal blog vecchiasalso)
L’orso del perduto zoo di Salsomaggiore nel 1934 (foto dal blog vecchiasalso)
Un'antilope del perduto zoo di Salsomaggiore nel 1934 (foto dal blog vecchiasalso)
Un’antilope del perduto zoo di Salsomaggiore nel 1934 (foto dal blog vecchiasalso)
Il perduto zoo di Salsomaggiore nel 1931 (foto dal blog vecchiasalso)
Il perduto zoo di Salsomaggiore nel 1931 (foto dal blog vecchiasalso)

One Comment

  • Pramzan

    Qualche aggiunta e precisazione all’articolo: gestore dello Zoo dal settembre 1938 fu Angelo Lombardi,
    che nel dopoguerra divenne famoso come conduttore del programma
    televisivo “L’amico degli animali”.
    Alla trattoria di Fidenza fu mangiata soltanto la testa del leone, che un giovane
    veterinario salsese aveva inviato al macello di Fidenza per ripulirlo dalla carne
    e tenere il cranio a scopo di studio. Si ignora il destino del resto del corpo. (la vicenda fu raccontata nella Gazzetta e nel Corriere della Sera)
    Nel 1944 fu lo zoo di Roma che ci spedì gli animali, non il contrario
    tanto che nell’aprile 1945 dei militari kazaki, che combattevano con i nazisti
    iniziarono a sparare agli animali dello zoo prima di abbandonare Salso
    (quindi penso l’11 aprile 1945), ma furono fermati da Lombardi.
    La decisione di abbattere lo zoo per costruire al suo posto dei campi di bocce fu presa nel 1946

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