20.12.1911. Parma perde le mura
20 dicembre 1911 – Il consiglio comunale di Parma, su proposta del sindaco Giovanni Mariotti, approva la demolizione dell’ultimo tratto superstite delle mura della città. Anche i rampari di San Michele, entro marzo dell’anno successivo non esisteranno più; corrispondono alla striscia verde fra viale San Michele e viale Pier Maria Rossi.
La demolizione delle mura di Parma è una storia che dura esattamente un secolo ed inizia proprio dove finisce. Il primo abbattimento era stato nel 1812, quando venne elimiato il bastione di San Michele, piccolo terrazzamento sulle mura accanto alla futura barriera Repubblica. Poi, un pezzo alla volta, nel corso di tutto l’Ottocento, sono cancellate tutte le vestigia antiche che dall’Epoca rinascimentale hanno dato forma a Parma. E in questo inizio di Novecento, Mariotti finisce il lavoro.
Il piccone viene calato ogni volta che si vuole fare una nuova strada, o più grande, per un traffico di veicoli – prima carrozze, poi auto – che si intensifica sempre.
Nella prima metà dell’Ottocento cade il tratto su cui sarà aperto viale Piacenza e quello di barriera Santa Croce. Subito dopo l’Unità d’Italia il muro di difesa sul torrente a nord della Pilotta e il bastione che chiudeva strada San Francesco (via Bixio). Entro la fine del secolo non ci sono più le mura corrispondenti a viale dei Mille e viale Mentana. Nei primi dieci anni del Novecento sono rasi al suolo gli ultimi bastioni residui e gran parte delle difese del torrente.
Non tutti sono d’accordo con questa prolungata opera di revisionismo urbanistico. In questo 20 dicembre 1912, in particolare, sono i consiglieri Domenico Ferretti e Adolfo De Giovanni a protestare in difesa delle ultime mura superstiti, ma invano. Lo spirito antiquario proprio del XIX secolo non basta a salvare le mura, senza le quali Parma non solo ha perso un notevole monumento, ma soprattutto il suo disegno. All’origine, Parma era una città quadrata; le mura farnesiane l’hanno fatta ovale; senza più le mura, nel Novecento si allarga senza misura fino a sembrare un melanoma.