21.12.1991. Lucrezia, donna controcorrente
21 dicembre 1991 – Papa Giovanni Paolo II proclama venerabile Lucrezia Zileri Dal Verme, che per 52 anni ha educato le ragazze delle scuole delle Orsoline.
In ogni epoca storica ci sono donne che fanno scelte diverse dalle attese della famiglia e dalla normalità del periodo. La Zileri è una di queste.
Non si accontenta di decidere da sola della sua vita, rifiutando un favorevolissimo matrimonio, ma neppure accetta di subire passivamente i grandi eventi dell’epoca: lotta invece contro il tentativo del nascente Regno d’Italia dei Savoia – marcatamente anticlericale – di monopolizzare l’istruzione.
Questa donna nasce in una famiglia molto particolare. Suo fratello Alessandro muore in una battaglia risorgimentale, ma dalla parte di quelli che non ricorda mai nessuno: ucciso nell’agosto 1862 dai garibaldini in marcia dalla Sicilia verso il Lazio. Un altro fratello, Roberto, lascia l’Italia per diventare soldato in Sud Africa e si ritrova agli ordini di Baden-Powell. Il padre, rimasto vedovo, si fa prete e gesuita.
In casa, in realtà, da piccola la Zileri, nome di battesimo Drusilla, ci resta relativamente poco. All’età di dieci anni viene infatti mandata in collegio dalle Orsoline di Parma. E qui si innamora, si innamora del convento, della vita monacale.
Ad un certo punto, una ricchissima zia di Vicenza, parente di re di Francia e duchi di Parma, le propone di nominarla unica erede del suo ingente patrimonio, purché sposi un ragazzo scelto da lei. Drusilla risponde con un deciso rifiuto, perché non le interessano né i soldi né gli uomini. Vuole farsi suora.
Il 7 agosto 1858, Drusilla diventa novizia. Dal 21 novembre 1859 è un’orsolina a tutti gli effetti, cambiandosi nome in Maria Lucrezia, quello di sua madre.
A Parma, le orsoline ci sono dal 1575, una congregazione votata all’assistenza delle giovani, a lungo accogliendo ragazze senza famiglia, poi gestendo un convitto, che dal 1810 ha anche una scuola aperta ad alunne esterne. Dall’ottobre 1871 Lucrezia Ziveri dirige proprio l’educantato e nel 1886 diventa madre superiora di tutto l’istituto. Lo resterà fino alla morte, la sera del 3 agosto 1923.
A questo istituto educativo, Lucrezia ha dato tutto. Per salvarlo dalle mire del nascente Regno d’Italia, che vorrebbe chiuderlo, avvia le pratiche per trasformare le Orsoline da semplice compagnia femminile a congregazione riconosciuta dalla Santa sede. Per riuscirci, una scuola sola non basta, così ne fonda altre tre, a San Michele Gatti nel 1901, a Modena nel 1903 e a Collecchio nel 1905. Ci riesce grazie a donazioni, ma quando i soldi non sono sufficienti, attinge al patrimonio della sua famiglia. Nella sede in centro a Parma erige un nuovo oratorio ed il teatrino.
Ma soprattutto cura le vocazioni, spingendo altre a seguirla e insistendo sul fatto che le Orsoline prima ancora che religiose sono insegnanti, che insegnano con l’esempio. I modelli per la sua scelta di vita, li trova fra quelle che hanno ricoperto il suo stesso ruolo nei secoli passati; scrive anche un libro sulla vita di Maria Vittoria Masi, che nella prima metà del ‘600 fonda la scuola delle Orsoline.
Al tempo di madre Lucrezia, questa scuola ha un corso elementare di quattro anni ed uno complementare di ulteriori tre, con lezioni di francese e disegno, e volendo anche di tedesco, inglese e musica, con solfeggio e pianoforte. L’istituto è il preferito di parecchie famiglie di ufficiali di stanza a Parma.
A volerla raccontare, la storia della Zileri ha diversi aspetti interessanti e controcorrente. Parla del mondo fortemente diviso della seconda metà dell’Ottocento. Del convento come spazio di libertà femminile. Dell’ispirazione che si può trovare in persone del Seicento (uno dei secoli meno considerati). Della crisi di Parma lasciata ai margini quando nasce l’Italia. Del contributo delle donne nella Prima Guerra Mondiale, perché fra 1915 e 1918, alle Orsoline viene chiesto di curare i soldati feriti: una parte del collegio diventa ospedale, l’ultima delle retrovie.
Ma quel che interessa particolarmente a Giovanni Paolo II quando eleva agli altari Lucrezia Ziveri, è il valore dell’istruzione espresso nella vita della venerabile, il faro costante di tutta la vita di lei.
Ad un secolo dalla morte di madre Ziveri, a Parma le Orsoline non hanno più scuole. Nel loro antico convento resta uno studentato per universitarie fuori sede. Ma hanno scuole in Australia, Giappone, Taiwan, Filippine e altri luoghi in oriente.
Nel nuovo secolo, la nostra suora resta come modello per un mondo che soffre di una profonda crisi educativa, che ancora non trova soluzione.