Animali,  Età contemporanea

20.12.1956. Lo zoo mancato del Parco Ducale

20 dicembre 1956 – Parma perde l’occasione di avere uno zoo. L’iniziativa è sorta dal basso, mettendo insieme una serie di appassionati, che offrono animali di vario genere. Il giardino zoologico dovrebbe sorgere all’interno del Parco Ducale, allestendo alcune gabbie vicino al laghetto. Il sindaco Giacomo Ferrari è d’accordo. Ma nella sera di questo 20 dicembre, in Consiglio comunale non sono raccolti abbastanza voti favorevoli al progetto, che va in fumo.

Per lo zoo di Parma, da La Spezia è già in arrivo un’aquila reale, della quale si garantisce “l’ottimo carattere”. Poiché al Parco non viene predisposta alcuna voliera, quando giunge in città ai primi di gennaio, la prende in consegna il dottor Angelo Braga, primario all’ospedale Maggiore, che la porta nella sua villa a Sant’Andrea Bagni e le dà il cibo dalla mano; si dice che in quella stessa villa, cent’anni prima, il suo antenato Giacomo Braga, pediatra, ne avesse già tenuta una, assieme ad un leone di nome Marco.

Dovrebbero poi essere acquistate alcune scimmie. L’avvocato Gian Luigi Bagatti offre due macachi. La Famija Pramzana promette di acquistarne altre di piccola taglia.

Il principe Carrega regalerà volentieri alcuni caprioli, fagiani ed altri animali della sua riserva dei Boschi. Annibale Tornielli, della Clinica per gli animali, fornirà gratuitamente due caprette tibetane. L’avvocato Eugenio Lusignani un daino.

Poi ci sono i pappagalli: due are gialloblù, colori di Parma, ancora da Bagatti; venti pappagallini vari dal signor Alfredo Baiocchi; otto pappagalli dal Dopolavoro comunale.

I sostenitori del progetto, che viene appoggiato un po’ da tutti i giornali, prevedono una gestione molto casalinga. I guardiani del parco possono fare anche da custodi degli animali. Per il cibo provvederanno gratuitamente i mercanti della Ghiaia, del mercato ortofrutticolo all’ingrosso e del macello comunale, che hanno tutti promesso di regalare i resti di frutta, verdura e carne invenduti. Le bestie si adatteranno certamente al cibo che non va più bene per gli umani.

Ma non tutti sono convinti che sia così semplice. In Consiglio comunale, i professori Dalla Valle e Ghidini spiegano che servirebbe personale specializzato, che gli animali avrebbero bisogno di un’alimentazione specifica e cure, che non basterebbe impiantare due gabbie qualunque per ospitarli. Così, nessuno dell’opposizione appoggia il piano. La maggioranza vota a favore, ma in questa sera del 20 dicembre, due consiglieri sono assenti e non si raggiunge il numero necessario di voti. Lo zoo di Parma resterà un’idea e ciascuno si tiene i propri animali.

L'aquila destinata allo zoo di Parma. Fotografia pubblicata sulla Gazzetta di Parma nel gennaio 1957
L’aquila destinata allo zoo di Parma. Fotografia pubblicata sulla Gazzetta di Parma nel gennaio 1957

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