11.2.1670. Salassi in casa Farnese
11 febbraio 1670 – Il principe Odoardo, figlio del duca Ranuccio II, ha un po’ di febbre. Il medico di corte prescrive la cura che si fa sempre in questi casi: salasso utilizzando le sanguisughe.
Il principe è piccino, un bambino di tre anni e mezzo. Il “barbiere” (chirurgo e infermiere) Orazio Bevilacqua applica solo due mignatte, ma bastano per estrarre una quantità notevole di sangue: alle ore 16 “si sono messe al Serenissimo Prencipe Odoardo due sanguete da me Oratio Bevilacqua e si sono cavate once quatro di sangue per la febre e contusione sotto al mento et sotto l’orechia sinistra”.
Quattro once equivalgono a circa 115 millilitri, un quarto di quel che oggi un donatore lascia ad ogni visita all’Avis o alla Fidas, ma da adulto… In un’altra sua annotazione, Bevilacqua segna quella che deve essere la dose da salasso per gli adulti: il 16 luglio 1795, “ò cavato oncie nove di sangue dal brazo destro” del duca Ranuccio, ed “è venuto benisimo”, anche perché per l’occasione il chirurgo indossa per la prima volta in vita sua gli occhiali, che lo aiutano a posizionare bene le sanguisughe.
Il salasso è una delle pratiche mediche più antiche, e a Parma sarà mantenuta più a lungo che in altri luoghi, perché indicata come panacea di molti mali fino a inizio Ottocento, in virtù degli insegnamenti del celebrato Giovanni Rasori.
La flebotomia non è certo la cura più strana in uso nel Seicento. Sempre il barbiere Bevilacqua racconta nel suo diario di aver dovuto visitare alcune donne della corte ducale di Parma, compresa la duchessa Maria d’Este, per accertarsi della presenza di “male sopranaturale, la qualcosa non ve à trovato cosa alcuna”. Che farebbe se trovasse un male sovrannaturale, non ce lo dice…
Un’altra volta ancora, nell’autunno 1675, “à dato un boto de fuoco a la Sig.ra Principessa Vitoria, nella coppa, la Sig.ra Antonia l’aveva in grembo, Oratio Bevilaqua scaldava i ferri”, nota che potrebbe indicare sia una cauterizzazione della nuca (l’osso occipitale nel ‘600 è chiamato coppa), che una terapia di coppettazione, tecnica alternativa alle sanguisughe. La malata è ancor più piccola di Odoardo, è Eleonora Farnese (non Vittoria), di 29 giorni.
In questo 1670, la cura delle sanguisughe sotto il mento e dietro l’orecchio del principino pare aver sortito effetto, perché nei giorni successivi l’intervento del chirurgo non è più richiesto. Ma di certo non aiuta il bambino a crescere robusto: Odoardo morirà a 26 anni, prima del padre. Per Eleonora va anche peggio: è sopravvissuta solo per 14 giorni dopo l’intervento.