Luoghi perduti,  Medioevo

12.2.1489. Quando Parma perse i portici

12 febbraio 1489 – Inizia la demolizione dei portici di Parma. Lo ha deciso il consiglio degli Anziani della città come misura per la sicurezza pubblica. A loro dire, i portici che stanno in molte vie sono soprattutto nascondigli per chi vuole rubare, aggredire, minacciare, trafficare illecitamente. E allora: giù tutto.

Se a differenza di altre città, Parma non ha sostanzialmente portici, è perché nella parte finale del Quattrocento le autorità cittadine hanno esplicitamente deciso che non ve ne debbano essere. Una politica opposta a quella di molti altri centri, per prima Bologna, dove invece a più riprese i governanti hanno imposto obblighi per la costruzione di corridoi colonnati ad uso pubblico.

A Parma va al contrario: si concedono incentivi pubblici per demolire pilastri, archi e soppalchi.

Il primo intervento noto di questo tipo è deliberato proprio il 12 febbraio 1489, quando Cesare dell’Osservario riceve 25 lire imperiali per eliminare i portici davanti al proprio palazzo, esteso a buona parte di una strada nella vicinia di San Prospero (la zona del palazzo dell’Università).

Sei giorni dopo, Pompeo Passeri ottiene un provvedimento analogo: un contributo di 16 lire per radere al suolo il portico di borgo Strinato. Il 27 aprile sarà Franzino Tagliaferri a ricevere denaro per buttar giù il colonnato di fronte alla sua abitazione. Il 14 dicembre altre 20 lire sono stanziate per atterrare il portico di strada di S. Maria della Steccata di Gaspare Majoli e 25 lire per quello di Sigismondo Cantelli in borgo Novo nella vicinia di San Marcellino.

Nello stesso periodo sono eliminati pure alcuni portici che stanno attorno alla piazza (Garibaldi). Altri aiuti pubblici per demolizioni di portici sulla strada San Michele (via della Repubblica) sono registrati nel 1492.

Non che nel XVI secolo Parma resti senza portici; a fine Cinquecento ci sono ancora loggiati lungo il lato settentrionale di strada Farini (alcuni ci sono ancor oggi), in strada al Ponte Caprazucca, in via Affò, vicino a San Francesco del Prato, in via delle Fonderie, di fronte all’Ospedale (e anche questo resta) e al Vescovado.

Ma sono decentrati e isolati: la scelta degli Anziani nel 1489 ha modificato fortemente l’immagine della città rispetto al suo impianto medievale ed ha influenzato chi è venuto dopo, togliendogli l’idea della città porticata. Chissà quale aspetto avrebbe oggi Parma, se i nostri antenati di 500 anni fa non avessero deciso di avere in centro città solo strade scoperte.

Borgo delle Colonne, una delle pochissime strade porticate a Parma
Borgo delle Colonne, una delle pochissime strade porticate a Parma

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