10.8.1653. Un Tasso per le poste del Ducato
10 agosto 1653 – Un Tasso conquista il controllo della posta nel Ducato di Parma. I Tasso sono la famiglia che per secoli ha gestito la gran parte della corrispondenza in Europa. Partendo dal Veneto nel Trecento, nei secoli successivi si espandono organizzando percorsi e mezzi per collegare regolarmente l’invio e la ricezione di missive e pacchi dalle maggiori capitali, fra centinaia di città. Sono gli Amazon o gli Ubs dell’Epoca Moderna. È a loro che si deve la parola “taxi”.
In questo 1653, aggiungono al loro impero delle comunicazioni anche Parma. Antonio Tasso, non riuscendo ad avere una licenza per l’avvio di un sistema di posta commerciale, accetta l’incarico di generale delle Poste degli Stati parmensi. Formalmente dipendente del duca Ranuccio II, è libero di organizzare staffette e stazioni di posta, è lui a proporre le tariffe per il viaggio delle lettere, la posta viene smistata in una stanza dei suoi alloggi, può punire o premiare le molte persone coinvolte nel servizio, a seconda dell’impegno e dei risultati.
Al tempo dei whatsapp e delle mail, è difficile capire quanto complesso sia far viaggiare le comunicazioni nel 1653. I Tasso riescono a garantire regolari collegamenti fra Roma e Madrid, fra Napoli a Bruxelles, fra Lisbona a Vienna, utilizzando una rete di corrieri che ogni 12/15 chilometri cambia cavallo.
Il sistema funziona – è evidente – se non ci sono buchi lungo i tragitti. Per questo per i Tasso è importante controllare anche il territorio del Ducato di Parma, snodo viario fondamentale nella penisola.
Ricevere una lettera da Piacenza, Reggio o Modena, a Parma nel 1653 costa 4 soldi, da Milano, Mantova, Bologna, dalla Romagna, Toscana, Veneto o Liguria 5 soldi, 6 soldi da Roma e Napoli, 8 soldi da oltre le Alpi.