8.7.967. Un big della politica medievale al governo di Parma
8 luglio 967 – Oberto, vescovo di Parma, conquista l’apice della sua carriera, assurgendo alla massima carica nell’impero: arcicancelliere dell’impero sotto Ottone I. Parma si conferma città fondamentale per l’impero nella fase centrale del Medioevo.
“Vescovo”, nel X secolo, non è solo una carica religiosa, ma anche, se non soprattutto, politica. Prima della lotta per le investiture, è l’imperatore che nomina i vescovi, perché vuole conoscere chi governa le città. A Parma, più volte i vescovi sono personalità di primissimo livello della cancelleria imperiale, segno della particolare attenzione riservata a questo centro, strategico per la sua posizione.
Oberto è vescovo di Parma almeno dal 958 e fino alla morte, nel dicembre 980. Lo ha scelto il re d’Italia Adalberto II d’Ivrea. Ma la guida di Parma non è il solo incarico che il re gli affida. Lo nomina prima cancelliere e poi, probabilmente a motivo della sua abilità, arcicancelliere, cioè capo della cancelleria, una sorta di vicario del re.
Nel 961, però, la nobiltà italiana si ribella ad Adalberto e il vescovo di Parma è fra loro.
Il re dei Franchi Ottone scende in Italia e proprio il nostro Oberto pare essere il maggior fautore di un accordo storico: il 2 febbraio 962, papa Giovanni XII incorona Ottone imperatore e undici giorni dopo Ottone conferma tutti i possedimenti territoriali della Chiesa. È iniziata la dinastia ottoniana. La firma sotto questo atto è quella del vescovo di Parma.
Indubbiamente soddisfatto per i servigi ricevuti, il nuovo imperatore chiede ad Oberto di continuare ad aiutarlo, di nuovo prima come cancelliere, poi come arcicancelliere del regno d’Italia e quindi arcicancelliere imperiale: è il secondo uomo più potente dell’impero, dopo Ottone, di cui è anche sommo consigliere. Mantiene la carica dall’8 luglio 967 al 29 giugno 968, poi preferisce gestire “solo” le questioni italiane per non dover restare perennemente in viaggio; anche Ottone II lo confermerà arcicancelliere d’Italia.
L’imperatore lo ringrazia anche donandogli pieni poteri su Parma. La città è governata dai vescovi da quasi un secolo, ma è solo il 13 marzo 962 che l’imperatore Otone I cancella ogni altra autorità che fino a questo momento ha influito sull’area urbana e le tre miglia circostanti: ora è solo Oberto – e i suoi successori – ad amministrare la giustizia, stabilire regole, eleggere i notai.