21.1.1317. Il generale degli Umiliati
21 gennaio 1371 – Muore Tiberio dei Tiberi da Parma, generale dell’ordine degli Umiliati, ricordato come beato.
Gli umiliati sono uno dei tanti ordini che nel Basso Medioevo predicano la frugalità, contro il consumo e l’ostentazione del lusso, che per tanti è scopo della vita. Nato come movimento dal basso nella parte finale del XII secolo, sono riconosciuti ufficialmente come ordine nel 1201. Ci sono umiliati frati, ma la maggior parte degli aderenti sono laici che scelgono stili di vita morigerati.
Molte città del nord Italia sono conquistate dalle parole di decrescita felice degli umiliati, e Parma non fa eccezione. L’ordine è presente almeno dal 1245. I loro insegnamenti sulla virtù della povertà compiono conversioni importanti: anche fra coloro che gestiscono i più alti incarichi pubblici ci sono adesioni; a Parma, ad esempio, nel 1270 entrano negli umiliati il sindaco Rolandino Rondello e il massaro della comunità Ugolino Superchi.
A Parma, gli umiliati hanno sede in una chiesa dedicata a san Michele, che non esiste più, demolita il 29 gennaio 1569 da Ottavio Farnese per fare il Parco Ducale, un anno prima che papa Pio V sopprima gli stessi Umiliati perché in odor di calvinismo.
Ma al tempo di Tiberio, gli umiliati godono ancora di ampio consenso e nonostante il pauperismo professato, gestiscono ricchezze importanti. Quel che i membri del movimento non consumano per sé, viene messo a disposizione dell’ordine, che commercia lana e fa attività finanziaria con prestiti con interesse.
Tiberio resta nel convento di Parma fino al 1343, poi si sposta a Verona e quindi a Bergamo. Ma già ha assunto incarichi di primo piano, tanto che nel 1341 gestisce la fondazione del monastero degli Umiliati a Padova.
Nel 1355 è eletto generale dell’ordine, carica che tiene per tutta la vita. Fonda un altro monastero a Venezia, che elegge come nuova casa. E stabilisce che in tutte le sedi dell’ordine vengano aperte scuole per gli aderenti al movimento.
In questo 21 gennaio 1375, Tiberio si spegne ed è sepolto a Venezia. Ha vissuto fino in fondo nella morigeratezza e nell’austerità. Da subito, chi lo conosce lo ricorda col titolo di beato. Un vero processo canonico non ci sarà mai, ma Tiberio è ricordato come beato ancor oggi.