22.1.1834. Taglia sull’assassino del capo degli sbirri
22 gennaio 1834 – Il ministro dell’Interno del Ducato di Parma Francesco Cocchi offre 10.000 lire a chi fornirà informazioni per identificare il colpevole dell’omicidio di Odoardo Sartorio.
Sartorio è il capo della polizia generale del Ducato. O meglio, era il capo: è stato pugnalato a morte la sera del 19 gennaio, vicino alla chiesa della Steccata, mentre si recava al Teatro Regio.
Uomo odiato, questo Sartorio. Inflessibile e fanatico indagatore, una sorta di ispettore Javert de I miserabili. Nemico giurato dei patrioti rinascimentali. La sua nomina è stata decisa a Vienna, nel 1831, e la duchessa Maria Luigia non ha potuto che avallarla. Questo poliziotto venuto da Milano, a Parma incarna la repressione reazionaria della restaurazione.
Così, qualcuno, nel buio, lo ha ucciso. E nessuno dice di saperne nulla.
Maria Luigia assegna una buona pensione alla vedova, Marianna Ferrari, “segno certo del pregio in che tenemmo sempre i segnalati, troppo brevi servigi di quel Magistrato zelantissimo”. E ordina al suo governo di offrire la ricca ricompensa per scoprire chi sia l’assassino. Non solo: se a confessare sarà un complice, gli verrà pure condonata la pena, a meno di non aver contribuito in modo determinante al delitto. E al delatore è garantito l’anonimato.
Ma niente: anche se 10.000 lire sono tante, nessuno ha da raccontar nulla su questo omicidio.
Le indagini proseguiranno a lungo e diverse persone saranno arrestate, ma solo per far pressioni sugli ambienti notoriamente anti-austriaci. Senza successo.
Alla fine, non sapendo più a che appigliarsi, gli inquirenti non trovano di meglio che arrestare il poeta e scrittore Pietro Giordani. Che centra Giordani? Dopo il fattaccio, ha scritto una lettera ad un amico a Milano, dicendo che la morte di Sartorio nessuno la piange. Apriti cielo! Lo scrittore è fra i tanti che avevano avuto problemi da Sartorio, che ne voleva censurare i libri. Tanto basta per accusare Giordani di essere il mandante se non l’autore dell’assassinio.
Pietro Giordani viene processato due volte e resta in carcere per 88 giorni. Al fine, però, le accuse sono così inconsistenti che anche l’ottusa magistratura di questi anni oscurantisti deve riconoscerlo estraneo ai fatti e liberarlo.
Nonostante il tempo trascorso, nessuno è venuto a reclamare le 10.000 lire. Ancor oggi, l’identità dell’assassino di Odoardo Sartorio resta un mistero.