4.10.1546. I soldati demoliscono l’Annunciata
4 ottobre 1546 -Appena terminano le celebrazioni per la festa di san Francesco d’Assisi, nel convento e nella chiesa dei frati Minori entrano guardie e muratori inviati dal duca Pier Luigi Farnese. Hanno l’ordine di demolire tutto, chiesa compresa. E lo eseguono fino all’ultima pietra.
L’anno prima, il duca aveva stabilito che dovesse essere abbattuta qualsiasi cosa sorgesse all’esterno delle mura fino ad una distanza di 500 trabucchi piacentini, cioè un anello profondo 1,4 km. È convinto che senza uno spiazzo libero, che consenta buona vista dagli spalti, Parma non sarebbe difendibile da un eventuale attacco nemico.
Pier Luigi è duca di Parma da un anno solamente, il primo duca. Non conosce questa città e certo non ha motivi per amarla. La vede come una cosa sua, da modellare a piacimento. Da cambiare anche solo per lasciare una propria impronta, marcare il territorio. E poi chissà che qualche nemico non stia già tramando per prendere questo giovanissimo ducato, conteso e combattuto: da un giorno all’altro potrebbe arrivare la guerra e occorre essere pronti.
La “tagliata” realizzata fra 1545 e 1546 a colpi di espropri, colpisce alberi – a centinaia –, case e chiese, realizzando uno spiazzo che negli anni successivi servirà per parate, giostre e feste.
Anche il convento dei Minori Francescani rientra nell’area da desertificare. È stato eretto appena fuori Porta Nuova (poi barriera Farini) nel 1445 e dedicato a Santa Maria dell’Annunciazione. Nel 1545, quando arriva l’ordine di sgomberare, i francescani provano a prendere tempo, chiedendo di rinviare i lavori di abbattimento per poter prima traslocare gli arredi in altra sede. Ma è passato più di un anno e nulla si è mosso. Pier Luigi ha perso la pazienza e in questo 4 ottobre ha mandato le sue maestranze a buttar giù tutto.
La prima Annunciata non è l’unico tempio cristiano ad essere demolito nella “tagliata”. Ad esempio, è distrutto anche il duecentesco oratorio di San Nicomede, che sta poco fuori porta Santa Croce, ricostruito nel 1564 di fronte all’Ospedale Vecchio, diventando luogo di sepoltura degli ammalati che muoiono nel nosocomio.
E i frati? Cacciati dal convento che si erano costruiti 101 anni prima, quella sera del 4 ottobre vengono ospitati dal parroco della chiesa dei Santi Gervaso e Protaso, al principio dell’attuale strada D’Azeglio. Non se ne andranno più. Un anno dopo, papa Paolo III stabilisce che questa chiesa non sia più diocesana, ma passi per sempre ai Minori, che vi portano anche il titolo del loro tempio distrutto. È così che l’antica Gervaso e Protaso è diventata l’attuale Annunciata.