24.10.1448. Sventato il complotto per saccheggiare Parma
24 ottobre 1448 – Francesco dal Forno e Pellegrino de Ricci sono arrestati appena prima di consegnare Parma alle soldatesche estensi, pronte a mettere a sacco la città.
Da tempo un certo Damiano Ferrari trama per mettere le mani su Parma, in un contesto politico di grande caos, che in pianura Padana vede scontrarsi piccoli e grandi potentati attraverso continui stravolgimenti di alleanze e gran movimento di cavalieri.
Le autorità cittadine hanno bandito Ferrari e tengono d’occhio gli uomini della sua cerchia. In febbraio è arrestato un suo fido chiamato Capelluto, che sotto tortura (quattro volte alla corda nel Palazzo del Comune) confessa. Gli inquirenti mettono le mani su una serie di lettere che provano la congiura e ne svelano i piani. E aspettano il momento per intervenire e stroncarli.
Francesco dal Forno è venuto a Parma con l’intenzione di reclutare una decina di disgraziati che lo aiutino nell’impresa. In una notte convenuta, deve collocare dieci scale in dieci punti diversi lungo le mura dalla parte di Co’ di Ponte (l’Oltretorrente), per far entrare i soldati di Leonello d’Este signore di Ferrara, che già sono a Noceto e Fontanellato. La porta che difende il Ponte della pietra (di Mezzo) è già stata guastata qualche mese prima. A Pellegrino de Ricci spetta invece di coordinare l’azione fuori dalle mura. Ai soldati ha promesso che possono far bottino di tutto quello che troveranno in Parma.
L’arresto in questo 24 ottobre fa saltare tutto.
Subito processati, i due cospiratori sono condannati a morte. Il 6 novembre, Francesco e Pellegrino sono legati dietro a due cavalli e trascinati per le vie di Parma, fino in Ghiaia. Qui il primo è decapitato ed il secondo impiccato.