
2.5.1944. Bomba nel rifugio. Quasi cento morti
2 maggio 1944 – Doveva essere il loro rifugio, il luogo sicuro dove nascondersi in attesa che i bombardieri terminassero di distruggere. Invece, è diventata la loro tomba. Quasi cento persone muoiono nel rifugio del Cornocchio, colpito da un ordigno americano. E non è un caso isolati: in meno di un mese, sono tre a Parma i rifugi antiaerei colpiti dalle bombe.
Trentanove statunitensi Liberator – fra i più grandi bombardieri della Seconda Guerra Mondiale – raggiungono la città attorno a mezzogiorno di questo 2 maggio, ma proseguono veloci verso nord. Suonano le sirene e tutti scappano in cerca di un sotterraneo nel quale ripararsi. Raggiunto Colorno, gli aerei virano di 180 gradi e tornano su Parma. In vista della ferrovia, sganciano le bombe: 232 ordigni da 500 libbre ciascuno, in due ondate. In venti minuti, la linea ferroviaria e lo scalo merci sono irrimediabilmente rovinati. Per oltre un anno, nessun treno passerà più da Parma.
Ma non tutti gli esplosivi raggiungono l’obiettivo. Una bomba centra in pieno il rifugio del Cornocchio, che nel 1944 è un piccolo gruppetto di case di campagna, con la sfortuna di avere i binari molto vicini.
Il rifugio è una semplice trincea scavata nel terreno, con alcune balle di fieno ai lati, due monticcioli di terra e qualche asse sopra a nascondere le teste. È più pieno del solito, perché un treno si è fermato lì a poca distanza e i passeggeri sono scappati fuori, prima verso le case, poi in questa trincea, unendosi ai residenti dell’abitato. Arrivano anche alcuni operai che lavorano alla strada ferrata. In tutto, radunate in quest’angolo di terra, ci sono fra le 80 e le cento persone.
E alla fine arrivano i 227 chili di esplosivo, che ammazzano tutti in un istante, compresi 61 abitanti del Cornocchio, fra i quali molti bambini; il più giovane è un neonato di 20 giorni, Maurizio Finetti; la più anziana ha 72 anni, Angela Scarica.
In tutta la città, in questi 20 minuti di fuoco dal cielo perdono la vita circa 154 persone e altre 250 sono ferite. Il bombardamento ha preso anche un vagone passeggeri, pure questo divenuto inevitabilmente trappola fatale.
La strage del Cornocchio non è purtroppo un episodio isolato. Era già successo il 25 aprile 1944 che un ordigno volante prendesse in pieno il rifugio dell’asilo Guadagnini in borgo Tanzi, dove muore una ventina di persone, anche qui con dei bambini. Succederà di nuovo il 13 maggio, quando sarà colpito il rifugio del vescovado, con 15 morti, ma anche l’ingresso di quello della Pilotta, il più grande in città, dove restano intrappolate 400 persone; queste verranno salvate.

Il monumento riutilizza un cippo funebre dello scultore Garibaldo Affanni fatto nel 1881 e inizialmente collocato al cimitero della Villetta.

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Succede il 2 di maggio:

