Medioevo,  Politica

23.10.674. I confini di re Pertarito

23 ottobre 674 – Re Pertarito stabilisce una volta per sempre la linea di confine fra la curtis regia di Parma e quella di Piacenza. Da pochi anni si è stabilito un confine fra l’Esarcato di Ravenna e i nuovi signori di buona parte della penisola italica, i Longobardi.

L’Emilia occidentale è dei Longobardi. Questi hanno organizzato il loro territorio in contee. A Parma forse un conte non c’è, ma solo un gastaldo, una persona mandata dal re per governare temporaneamente.

I gastaldi di Parma e quelli di Piacenza litigano per decenni per chiarire dove finisca l’area di competenza dell’uno e dove inizi quella dell’altro. Pertarito prende atto dei molti compromessi tentati fino ad allora ed emette la sua sentenza, molto favorevole alle richieste di Parma.

Chissà, forse vuole ricompensare qualcuno che gli è stato fedele nella lotta per la corona contro il rivale Grimoaldo. Fatto sta che ai piacentini quella linea di confine non piace, la trovano ingiusta, e continueranno a contestarla per tutto il Medioevo.

Il confine non è molto diverso da quello di oggi. Il punto di passaggio sua via Emilia è lo stesso. Solo Salsomaggiore e la Val Ceno erano allora piacentini.

I confini per i Longobardi sono una questione importante. Pertarito, signore della parte occidentale del regno con capitale Milano, fece guerra al fratello Godeperto, che regnava su quella orientale con capitale Pavia. Il casus belli del conflitto pare siano stati proprio equivoci sulla linea di confine delle due aree. Finì che entrambi persero la corona, nel 662. Pertarito ritornò sul trono nel 671, giusto in tempo per definire la questione di Parma e Piacenza.

Pertarito e il fratello Godeperto, incisione in Del Regno d’Italia sotto i barbari, Torino 1664

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