25.10.1764. La prammatica sulle manimorte dell’illuminato Du Tillot
25 ottobre 1764 – Il ministro Du Tillot emana la prammatica sulle manimorte, prima importante novità legislativa di un governo che vuole mettere in pratica i principi dell’Illuminismo, anche sfidando la Chiesa.
Figlio della Francia, Du Tillot arriva a Parma nel 1749 in rappresentanza del re Luigi XV, una sorta di esilio deciso per le posizioni assai liberiste del nostro uomo. Du Tillot conquista rapidamente la fiducia del sovrano, il duca Filippo, che gli affida incarichi di sempre maggior valore, fino a diventare primo ministro nel 1759. Lui risponde con riforme sempre più ardite, per dar forma ai suoi personali principi, non curandosi dei tanti nemici che così venivano ad accodarsi.
Nel mirino di Du Tillot ci sono soprattutto i piccoli poteri ecclesiastici presenti nel parmense, che il ministro vede come concorrenti, lui che vorrebbe uno Stato che governa ogni cosa.
Quella di questo 25 ottobre è la prima legge che concretamente limita gli enti ecclesiastici. Vieta ad ordini e confraternite di acquisire nuovi beni stabili in aggiunta a quelli già posseduti. Inizialmente. Du Tillot aveva già cercato di imporre tasse su eventuali nuove terre passate ad enti di ispirazione cristiana, ma di fronte alle resistenze degli stessi, impone direttamente il divieto di ampliare le proprietà.
Seguiranno diverse altre misure tese sempre a conquistare allo Stato ambiti e attività tradizionalmente in mano a enti ecclesiastici. Du Tillot le introduce nel periodo del suo massimo potere, quando, morto il duca Filippo nel 1765, gli succede il figlio che ha solo 14 anni.
In questo stesso anno, il Decreto di perequazione impone ai beni della Chiesa le stesse tasse già in vigore per i beni dei privati. Un altro decreto, di “placet” stabilisce che il governo ducale può modificare ogni decisione del vescovo sulle finanze di parrocchie ed opere pie. Un’ulteriore legge di “exequatur” sottopone le assegnazione di benefici sempre del vescovo all’approvazione dello Stato. Nasce una Giunta di Giurisdizione per vagliare tutti i provvedimento episcopali.
Nel 1768, Du Tillot espelle i Gesuiti, che gestiscono le scuole di Parma e Piacenza: nella notte dell’8 febbraio 1768, il convento di San Rocco ed il Collegio dei Nobili sono circondati da soldati, che arrestano tutti i padri, portati già la mattina seguente fuori dei confini, verso la Toscana. Il governo incamera i beni dei Gesuiti e fa lo stesso con quelli di tre monasteri, soppressi a tal scopo.
Il 23 maggio 1769 sopprime il Tribunale dell’Inquisizione, la cui sede all’interno del monastero domenicano di S. Pietro era già stata demolita nell’estate 1766.
A Roma, l’astio per questo precursore di Talleyrand non potrebbe essere più profondo. E anche a Parma gli amici sono rimasti pochi. Quando il nuovo duca, Ferdinando, prende in mano le redini del Ducato, Du Tillot viene licenziato. è il 14 novembre 1771 e occorre l’intervento della guardia per evitare che la folla lo linci, al grido di “Nemico della religione!”. Messo agli arresti domiciliari a Colorno, fugge il 19 novembre 1771, non farà più ritorno.
Ferdinando, abroga la prammatica sulle manimorte con una serie di provvedimenti emanati a partire dal 1774, nel 1778 riapre i conventi soppressi e nel 1793 richiama i Gesuiti. Un nuovo inquisitore è nominato il 29 luglio 1780.