
14.10.1231. Il vescovo scomunica tutti i suoi fedeli!
14 ottobre 1231 – Il vescovo di Parma scomunica tutti i suoi fedeli! Era successo che i cavalieri del Comune di Parma combattessero nella zona di Pontremoli contro i Malaspina, vincendo. A fine guerra, invece che restituire le terre contese al legittimo proprietario, il Comune se le è tenute. E chi è questo proprietario? Il vescovo Grazia, pastore di Parma dall’estate del 1224.
Grazia prova più volte a chiedere al Comune la restituzione delle terre, ma questo ignora le istanze. Allora l’episcopo sceglie la soluzione più grave, la scomunica. E papa Gregorio IX conferma la decisione con un interdetto su tutta la città di Parma. I preti potevano celebrar messa solo in cattedrale, con le porte chiuse e il popolo fuori.
Grazia è un grandissimo esperto di Diritto. Nel corso della vita ha accettato incarichi da diversi papi come magistrato istruttore e giudice nelle questioni più complesse e spinose. Come giurista e come vescovo non lesina nell’uso della scomunica, la più pesante delle sentenze. Ad esempio, già prima di diventare vescovo ha emesso un verdetto di interdetto contro il vescovo di Alessandria; poi ha aiutato il vescovo di Tortona a scomunicare i cittadini di Cremona; è parte di un gruppo di prelati che ha scomunicato tutti i vescovi di Lombardia; scomunica podestà e funzionari di Bologna.
Certo, nella diatriba con Parma la scomunica pare un provvedimento eccessivo in confronto al sopruso tutto sommato di relativo valore commesso a Pontremoli. Ancor più grave se si pensa che è diretto contro gli stessi cristiani affidati a Grazia. Dietro, però, ci sta una questione politica di eccezionale importanza: lo scontro fra l’antico potere temporale dei vescovi e i recenti organismi comunali che vogliono prenderne il posto.
Era già successo nel 1220 che la comunità di Parma fosse colpita da scomunica e interdetto, con atto del vescovo di Ostia Ugo del 25 novembre, sempre per l’usurpazione di alcune terre di competenza del vescovo, che allora era Obizzo, censure ritirate poco tempo dopo.
Anche in questo 1231 la scomunica dura solo alcuni mesi, fino a quando il Comune convince Grazia a levare il provvedimento contro la città firmando un’intesa: pagherà al vescovo 3.000 lire imperiali come indennizzo per le terre occupate e accetterà formale investitura delle cariche comunali dal presule. I soldi non verranno mai versati davvero, per opposizione di papa Onorio III, eppure fra Diocesi e Municipio torna ben presto la concordia. Persone che sanno di rappresentare poteri che devono trovare nuove formule di convivenza non possono che arrivare a compromessi.


