10.10.1453. Bona Lombardi donna guerriera
10 ottobre 1453 – In una battaglia combattuta ai piedi del castello di Pavone, vicino a Brescia, al comando della fanteria di Venezia è una donna, che a spada sguainata incita i sui verso la vittoria: poche ore dopo, il castello è preso. La donna e la spada sono le stesse di un ritratto ufficiale, nel castello di Fontanellato: è Bona Lombardi, moglie e compagna d’armi del capitano di ventura Pier Brunoro Sanvitale.
Non sono tante le donne soldato in quest’epoca, eppure ci sono.
Bona era è a pascolare le pecore in Valtellina quando Brunoro la incontra. Forse è lei che vuole seguirlo, forle è lui che la rapisce. Fatto sta che staranno insieme per tutta la vita. Anche suo padre era stato un soldato di ventura, tedesco di Westfalia. O il padre o il marito le insegnano a combattere e non si tira mai indietro. Combatte con Brunoro al soldo di Francesco Sforza, poi di Alfonso d’Aragona e infine di Venezia. Particolarmente apprezzata è il 30 maggio 1458, quando a Venezia vince il torneo organizzato per l’elezione a doge di Pasquale Malipiero: a forza di archibugiate giunge prima al castello della squadra avversaria. È coraggiosa, intelligenze, determinata, fedele.
In guerra salva più volte il marito, come ha fatto in questo 1453 a Pavone, rilanciando l’azione quando Brunoro sembrava avere la peggio. E lo salva anche dal carcere, girando di corte in corte in cerca di persone che possano intercedere dopo l’arresto di Brunoro a Napoli e la prigionia in Spagna fra 1443 al 1453. Una volta liberato, finalmente si sposano; hanno già due figli e una figlia. Poi riprendono a far la guerra.
L’ultima grande battaglia è nel Negroponte, l’isola di Eubea in Grecia, contro i Turchi che attaccano i porti della Serenissima. Brunoro muore qui, nel 1468. Lei esce illesa dalla pugna, ma è disperata e depressa. Segue il marito anche nella morte, spegnendosi pochi mesi più tardi.