Presentazione

In libreria 500 anni di cultura della cura a Parma

Nelle librerie di Parma e on line è in vendita il libro “500 anni di cultura della cura. Storie inedite di parmigiani generosi e fragili“, di Fabio Bonati, pubblicato da Kriss Editore.

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Protagonista di questo libro è la Congregazione di Carità di Parma, un ente nato nell’anno 1500 e che per 500 anni ha operato in favore delle categorie più fragili nella società locale, specializzandosi in particolare nell’assistenza sanitaria a domicilio e gestendo un cospicuo patrimonio di beni immobiliari.

Il libro è articolato in 17 storie distinte, ciascuna dedicata ad un periodo, o ad un personaggio, o ad un’attività, o ancora ad una testimonianza appartenenti alla ricca vicenda di questa Congregazione, che permettono di scoprire pagine nuove del passato della città.

Il testo, di carattere divulgativo, è frutto della riscoperta del vasto archivio della Carità, il cui riordino è prossimo ad essere completato. La sua pubblicazione si auspica possa suscitare l’interesse di specialisti capaci di scavare a fondo in quel ricco patrimonio documentario. Ma anche mantenere viva, se non risvegliare quella tradizionale attenzione al sociale che ha caratterizzato molte stagioni della cultura parmigiana.

Se mai verrà scritto un libro che racconti della profonda radice di cultura della cura propria dell’identità parmigiana, l’epopea della Congregazione di Carità ne occuperà uno dei principali capitoli.

1) La Congregazione di Carità

L’origine e l’organizzazione della confraternita e dei servizi che avviò e gestì per quattro secoli, prima di mutare in ente pubblico. Il fondatore, il minore francescano Francesco da Meda; il secondo fondatore, il gesuita san Pietro Favre. La duchessa Maria d’Aviz, che protegge e si appoggia alla Carità.

2) Miserie di Parma

Piccole storie di bisogno ordinario e straordinario, desunte da una selezione di suppliche accolte dalla Congregazione di Carità, risalenti a periodi diversi dell’Epoca moderna. Compaiono un paio di nomi conosciuti: Anna Maria Brest, madre dell’artista Paolo Toschi, e Luigi Ortalli, primo sindaco di Borgo San Donnino. Per la maggior parte, però, a domandare aiuto sono individui che non hanno mai trovato posto sui libri di storia: ricordarli qui equivale a riconoscere loro una dignità personale che precede i meriti storici.

3) L’invenzione della sanità a domicilio

L’evoluzione dal ‘500 al ‘900 della struttura organizzata dalla Carità per garantire cure mediche gratuite agli indigenti di Parma. È il primo caso noto, forse al mondo, di un servizio sanitario domiciliare durato per più generazioni. Sono citati diversi nomi di medici coinvolti, che nelle carte compaiono a volte accanto a lodi, altre volte a critiche. Furono medici della Carità anche Serafino Dentoni, poi archiatra del duca Francesco I di Borbone, e Giuseppe Camutti, rettore della scuola di Medicina a metà ‘700.

4) La peste di Manzoni

Approfondimento sulla più conosciuta epidemia di peste in Italia, quella del 1630, per scoprire che il sistema di controllo sanitario approntato all’epoca a Parma ricalcò la già sperimentata organizzazione della Congregazione di Carità per la segnalazione di poveri ammalati da aiutare. Diversi membri della confraternita assunsero incarichi in quel sistema di vigilanza.

5) L’acqua del legno

Ricostruzione di un particolare tipo di cura molto in voga nel Cinquecento: le abluzioni e gli infusi di guaiaco, che nonostante gli elevati costi, a Parma vennero offerti anche ai poveri, con molte limitazioni, per renderne economicamente sostenibile la distribuzione.

6) Nascita di una spezieria

Il storia dettagliata della farmacia di carità di Parma, nei tre periodi del suo svolgimento. La fondazione nel 1670 resa possibile dai lasciti di Giacinta Sanvitale duchessa di Poli e monsignor Salvator Biadetti. I primi problemi di gestione con lo speziale Giacomo Bocchi, le ingerenze della corte ducale e il passaggio ad una società con lo speziale Giuseppe Rizzi. Il nuovo allestimento del laboratorio sulla piazza Grande in accordo col farmacista Carlo Strina e poi la famiglia Ferrari ed il trasferimento in strada Santa Lucia, con la dedicazione a San Filippo Neri. L’edificazione dell’ultima farmacia di carità, attiva dal 1789 al 1966 presso la sede della Congregazione, dove ancora resta visitabile la sala principale con l’attrezzatura originale.

7) Napoleone e la bambina

La singolare vicenda di una neonata lasciata all’ospedale degli esposti, creduta morta ma scoperta rapita dal marito della balia, arrabbiato perché la moglie non era stata pagata. L’episodio emerge dal carteggio fra Moreau De Saint-Méry e la Carità al tempo della Repubblica Francese ed ha importanti conseguenze: la fiducia guadagnata nell’occasione dalla Carità, le permette di continuare ad operare anche al tempo della soppressione delle opere pie. Non solo: informato del caso, l’imperatore Napoleone in persona emette un decreto che conferma tutti i diritti della Congregazione di Parma e pochi mesi dopo ordina la fondazione di enti analoghi in ogni città d’Italia. Le carte rivelano anche una piccola scoperta archeologica a Vicopò, finora inedita.

8) Primi vaccini e primi no vax

La variolazione di Ferdinando di Borbone nel 1764. La fallimentare campagna di vaccinazione di massa del 1805, fermata dalle diffuse resistenze culturali alla novità. La vincente campagna di vaccinazione del 1810, che vede Parma quinto distretto nell’impero per diffusione del vaccino: il risultato è raggiunto grazie alla fiducia che le famiglie ripongono nei medici della Carità, coinvolti nell’iniziativa al tempo di Henri Dupont-Delporte. Le regolari campagne di vaccinazione avviate sotto Maria Luigia.

9) La vasca di Maria Luigia

Cronaca della visita della granduchessa alla sede della Carità e della concessione di un collegamento all’acquedotto farnesiano per garantire acqua pulita alla farmacia di San Filippo Neri.

10) L’usuraio che volle un monumento

La vita e la morte di Marco Rossi Sidoli, che accumulò una fortuna prestando denaro a strozzo e la utilizzò per acquistarsi una buona fama postuma. La Congregazione di Carità, sua erede universale, accettò di erigergli un monumento, scolpito da Agostino Ferrarini. Per ospitare il cenotafio, la Carità comprò e rimise a nuovo l’antico oratorio di San Tiburzio. Ma appena completato, quel monumento dovette essere smontato e trasportato a Compiano.

11) Un secondo Atlante Sardi

Il ritrovamento nei sotterranei di Palazzo San Tiburzio (già sede della Carità e oggi di Asp Parma) di una collezione di mappe d’autore di grande formato. Nel 1783, aderendo alle iniziative del duca Ferdinando di accatastare tutto lo Stato, la Carità incaricò Gian Pietro Sardi di mappare le molte proprietà da lei gestite: si tratta del “Patrimonio dei poveri infermi”, il maggior asset immobiliare nel parmense in Epoca moderna. L’origine francescana della Carità le impediva di accumulare beni; nacque così questo fondo di terre e case ritenuto proprietà dei poveri ammalati della città, che la Carità metteva a reddito per finanziare le sue iniziative benefiche. Nel 1912, il Patrimonio raggiunse un’estensione di 1.740 ettari coltivabili; fu poi disperso nella seconda metà del ‘900.

12) Automi nell’anno del Cholera

Il racconto della prima epidemia di colera a Parma, nel 1836. La vicenda è introdotta dal singolare ricordo di una mostra di automi allestita per raccogliere offerte da destinare all’emergenza. La duchessa Maria Luigia assegnò alla Carità la gestione della calamità. Coerente alla sua storia, la Congregazione cercò di curare il maggior numero di contagiati senza spostamenti dalle abitazioni, guadagnandone una medaglia d’oro. Per ricostruire cure, organizzazione, cifre, si è attinto a parte dell’abbondante materiale documentario inedito dell’Archivio della Carità dedicato al terribile evento.

13) L’alluvione dell’Oltretorrente

Un’altra emergenza affrontata dalla Congregazione di Carità: l’esondazione del torrente Parma nel 1868, che allagò l’Oltretorrente lasciando 20 vittime. L’episodio è noto, ma anche in questo caso i documenti finora mai studiati dell’Archivio della Carità permettono di meglio comprendere ed approfondire quanto accaduto e come la città riuscì rapidamente a risollevarsi.

14) Vipere e draghi nel dispensario

Esempi di cure e medicine in uso in epoche passate, ripresi da inventari, ricettari e farmacopee presenti presso l’antica Spezieria di San Filippo Neri. La varietà e l’origine delle sostanze utilizzate nella farmacia galenica; la complessità delle tecniche di preparazione dei medicamenti; la fantasia dei nomi adottati nel tempo. Oltre che adeguarsi alle norme di volta in volta in vigore, la Spezieria di Carità doveva fare i conti anche col problema delle risorse limitate: da qui, a fine Seicento, i primi tentativi di individuare farmaci equivalenti, per escludere gli ingredienti troppo costosi.

15) Le venture delle zitelle

Fra i servizi offerti dalla Congregazione di Carità, fino al 1915 vi è stata anche l’assegnazione di doti a ragazze di famiglie non abbienti, per metterle al sicuro da cattivi matrimoni. I capitali per le fanciulle nubili erano frutto di testamenti scritti con vincoli molto precisi ed erano assegnati per estrazione. I registri delle “zitelle” offrono anche qualche dato sull’età del matrimonio a Parma nei tempi addietro.

16) L’oratorio perduto di San Filippo Neri

Relazione sulla costruzione, trasformazione ed abbandono della chiesa che fu sede della Congregazione di Carità da fine ‘500 a inizio ‘900. Com’è che nacque l’attuale Palazzo San Tiburzio. Come cambiò secolo per secolo l’oratorio che rappresentava la Carità. La scelta di san Filippo Neri come patrono. Gli artisti che vi hanno lavorato: Pietro Martino Carrai, Gabriele Bettoli, Pier Antonio Bernabei, Abbondio Bolla, Maurizio Lottici, Giovanni Bolla, Giacomo Giacopelli. Lo spazio sacro ridotto a magazzino inaccessibile.

17) Il collezionista di quadri

La relazione del noto cultore d’arte Giuseppe Stuard con la Congregazione di Carità, alla quale nel 1834 lasciò la sua collezione di quadri e diverse proprietà immobiliari. La musealizzazione della pinacoteca nel 1926 a merito di Giovanni Copertini. Alcuni aspetti poco noti della vita e del carattere di Stuard, con una poesia inedita scritta per l’amata Teresa Melli.

"500 anni di cultura della cura. Storie inedite di parmigiani generosi e fragili", di Fabio Bonati, Kriss Editore, maggio 2024

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