9.9.1943. Grande fuga dal campo degli inglesi
9 settembre 1943 – Da Fontanellato, dove si trova un campo di prigionia per soldati inglesi, fuggono in seicento, praticamente tutti gli internati. A farli scappare, aprendo i cancelli, è direttamente il responsabile del centro, Eugenio Vicedomini, che dopo l’annuncio dell’armistizio fra Italia e Alleati, prima che arrivino i tedeschi, ordina il libera tutti.
La fuga è assai singolare: i soldati se ne vanno in una lunga ordinata fila, seguendo un interprete, Jack Camino, che guida tutti verso le rive del torrente Rovacchia, dove possono nascondersi fra la vegetazione. È già giunta la notizia dei carri armati di Hitler in piazza a Parma e si intuisce che non tarderanno ad arrivare pure nei centri della provincia. Per far scappare gli inglesi, c’è pochissimo tempo.
Il campo di prigionia è stato allestito pochi mesi prima accanto al santuario dedicato alla Madonna, nei locali della Casa del fanciullo (il grande orfanotrofio poi centro Cardinal Ferrari). Viene identificato con la sigla PG 49. Assieme agli inglesi, ci sono anche alcuni americani, australiani e sudafricani.
Là nel bosco sul Rovacchia, non si può restare a lungo, soprattutto se si indossa una divisa alleata e si è disarmati. Ad aiutare gli inglesi a nascondersi meglio è dunque la gente del posto. Non solo quelli di Fontanellato, ma anche di diversi altri centri della Bassa e della collina.
Un certo signor Merli offre la propria abitazione come centro per organizzare lo smistamento degli ex prigionieri (oggi quella casa è un agriturismo). C’è chi porta cibo, chi abiti borghesi e chi indica chi è disposto a ospitare qualcuno dei fuggitivi. Nel giro di un paio di giorni, tutti e 600 i soldati trovano un rifugio, nelle case e nelle stalle dei contadini. La gran parte di loro riuscirà poi a riunirsi alle truppe alleate che stanno risalendo l’Italia da sud.
Ma non tutti sono amici degli inglesi, così la notizia dell’operazione di Fontanellato arriva alle orecchie dei repubblichini. Nei mesi seguenti alla fuga, tedeschi e fascisti arrestano diverse persone e intere famiglie a motivo dell’aiuto da loro offerto agli inglesi. Il primo ad essere arrestato è il medico Giuseppe Sambataro, che da giovane era stato a sua volta soldato prigioniero degli austriaci, e che a Fontanellato in questo 1943 trasporta con un’ambulanza decine di militari britannici nei diversi nascondigli. Alcuni sono subito uccisi, altri deportati nel terribile campo di sterminio di Mauthausen.
La fuga del 1943 sarà celebrata con una cerimonia nel 75° anniversario, nel 2018, quando a Fontanellato torneranno diversi sopravvissuti a quell’evento.