9.2.1908. Quando domenica è diventata festa
9 febbraio 1908 – È la prima domenica di festa per tutti. Pochi mesi prima, in luglio, il Governo Giolitti ha approvato la legge che introduce l’obbligo del riposo settimanale: almeno 24 ore consecutive senza lavorare, preferibilmente di domenica. A metà gennaio, l’Ufficio del lavoro di Parma ha approvato il regolamento per l’applicazione della norma. Nelle industrie che non possono staccare le macchine, si faranno turni. Ma le piccole attività, commercio compreso, devono restar chiuse di domenica a partire da questo 9 febbraio.
In molti accolgono la novità con giubilo: si realizzano le rivendicazioni delle classi lavoratrici sostenute da metà Ottocento. Il centro di Parma è pieno di commessi col vestito della festa che passeggiano rilassati. Altri protestano, soprattutto i venditori, perché domenica in città viene gente da fuori e con le serrande abbassate si perdono gli affari migliori.
La novità non è di facile gestione e a fine mese il prefetto emanerà una serie di decreti per precisare i modi di applicare il riposo domenicale. I primi di una lunga serie di provvedimenti destinati ad essere modificati infinite volte nei mesi e anni successivi. In questa società borghese, smettere di lavorare anche per un solo giorno a settimana non cosa così facile.
Da questo 9 febbraio 1908 non passa domenica senza multe a qualche venditore. Le contravvenzioni colpiscono bottegai che offrono panini e salumi, pasticcerie, pizzicagnoli, qualche fruttivendolo…
Solo lo scoppio della Grande Guerra metterà fine alle periodiche polemiche fra dipendenti che reclamano il rispetto del riposo e datori di lavori che lo vedono come un danno. La guerra costringerà tutti a pensare a problemi più grandi.
Questioni d’altri tempi: oggi, nel XXI secolo, delle rivendicazioni di un secolo fa nessuno sa più nulla e ci sono commessi che la domenica fanno turni di 10 ore nei centri commerciali. Ah, il progresso!