Cultura & Società,  Età contemporanea

9.12.1906. Anteprima di Futurismo

9 dicembre 1906 – Filippo Tommaso Marinetti non lo sa ancora che questa sera al Teatro Regio sta sperimentando il Futurismo.

Gli studenti affiliati alla locale sezione della Società Dante Alighieri hanno organizzato una grande serata artistico-letteraria, invitando diversi scrittori emergenti. Ci sono il commediografo Giannino Antona Traversi, il drammaturgo Luigi Rasi, l’autore di satire Alfredo Testoni, il cantante lirico Ignazio Cesari e poi lui, il futuro inventore del Futurismo.

Assieme all’amico romanziere Umberto Notari, Marinetti è stato a Parma pochi giorni prima, il 4 dicembre, per concordare il programma del suo intervento al Regio.

In questo 9 dicembre, di fronte ad un ampio pubblico che non lesina applausi, Marinetti declama alcuni versi di Victor Hugo e di Maurice Maeterlinck, e due componimenti propri, Le mendiant d’amour e Ode à l’automobile. Il primo è un lungo componimento dai toni vagamente erotici. Il secondo una versione acerba del prossimo celeberrimo Manifesto del Futurismo.

Sul palco del Regio, Marinetti parla esclusivamente francese e scende apprezzato sia come poeta che come recitatore.

Quella Ode à l’automobile declamata ai parmigiani era stata pubblicata nell’agosto 1905 sulla misconosciuta rivista Poesia, ma a quel che se ne sa, Marinetti non l’aveva mai letta in pubblico.

Le immagini più iconiche dell’intera avanguardia artistica italiana presenti nel Manifesto del Futurismo del 1909, riprendono direttamente la poesia già recitata al Regio nel 1906. Un’automobile con “denti stridenti” (“mascelle stridenti” nel Manifesto), “affamata d’orizzonti” (“famelica“), “razza d’acciaio” che “scalpita d’angoscia” (come “scalpitano” i treni “cavalli d’acciaio” nel Manifesto).

La sua poesia futurista, acclamata nel Manifesto, Marinetti l’ha scritta da tempo e i parmigiani presenti al Regio al sera del 9 dicembre 1906 l’hanno ascoltata per primi.

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Succede il 9 di dicembre:

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