9.10.1863. La mutua di Giuseppe Mazzini
9 ottobre 1863 – Si apre il X Congresso degli Operai, che ha sede a Parma. Questa volta, a promuovere l’adunanza dei lavoratori sono le forze democratiche, guidate da Giuseppe Mazzini.
I 115 delegati arrivati in città discutono per tre giorni, fino al 12 ottobre, deliberando alcune novità che potrebbero segnare una svolta nello sviluppo politico, sociale ed economico della giovanissima Italia. Il Congresso decide l’apertura di un nuovo giornale operaio e la fondazione di una banca nazionale, ma soprattutto stabilisce che tutte le associazioni di mutuo soccorso si uniscano in un solo ente nazionale.
Mazzini esulta. Saluta il progetto di Parma come la “decisione più importate che abbiate mai presa”.
Cosa sono queste associazioni di mutuo soccorso? Le antenate degli attuali Inps e Inail. Ogni città ne ha più d’una, che unisce chi fa lo stesso mestiere; gli iscritti si impegnano a versare pochi centesimi al mese, che garantiscono un sostegno economico in caso di malattia e un aiuto alla famiglia in caso di morte.
Per Mazzini, riunire queste piccolissime casse in un unico ente sarà un notevole passo avanti verso l’unità nazionale, ma darà anche forza alla classe operaia.
In realtà, il Congresso di Parma si rivelerà un flop. Le società operai rappresentate sono 60, quando in Italia se ne contano circa 600. E poi passare dalla decisione ai fatti richiede tempo. La Terza guerra d’indipendenza distrae l’attenzione. I mazziniani sono in minoranza e l’idea è criticata da alcuni e boicottata da altri solo per non dar ragione al repubblicano.
Di fatto, dalle deliberazioni dell’ottobre 1863, nascerà solo il Giornale delle associazioni operaie. Niente banca e niente mutua nazionale: ogni città continuerà ad essere solidale solo con sé stessa, e ogni categoria andrà avanti da sola ancora per decenni: una Cassa nazionale di invalidità sorgerà nel 1898, ma l’iscrizione sarà obbligatoria soltanto dal 1919. Ancora nel 1915, nella sola Parma si contano 23 associazioni di mutuo soccorso; e dire che proprio qui è stato compreso per la prima volta che l’unione fa la forza.