Cultura & Società,  Età contemporanea

9.1.1955. Il custode dei libri

9 gennaio 1955 – Antonio Maria Boselli, dopo lunga malattia, si spegne nella sua città all’età di 75 anni. Chi è Antonio Maria Boselli? Uno dei più grandi bibliotecari italiani del Novecento.

Di nobili ascendenze, allievo di Carducci all’Università, studioso e insegnante di filologia, Boselli diventa bibliotecario dopo aver compiuto 33 anni. Il modo nuovo di approcciarsi ai libri – non più da leggere, ma da conservare e far leggere agli altri – lo conquista totalmente.

Il conte Boselli aveva lavorato per qualche anno in biblioteca anche da più giovane, a Cagliari e poi a Parma, ma il richiamo dell’avventura, sotto forma di una cattedra di Lettere a Malta, era stato più forte.

Quando rientra a Parma non ha più dubbi: consacrerà la vita alla biblioteca.

La sua carriera pare inarrestabile. Alla Palatina sale tutti i ruoli, fino a diventare direttore e poi bibliotecario capo. Passa allora a dirigere la Biblioteca nazionale di Palermo, poi quella Universitaria di Bologna, la Nazionale di Napoli e finalmente la Nazionale di Firenze, che è la maggiore biblioteca in Italia, poiché ha il compito di collezionare ogni libro edito in Italia.

Il nostro paladino dei libri è pure il primo segretario dell’Associazione italiana biblioteche e viaggia in Europa da un convegno all’altro, promuovendo il prestito interbibliotecario anche fra Paesi diversi. Ha idee avveniristiche, Boselli. Ovunque operi, innova i servizi, amplia le collezioni e soprattutto porta una visione nuova nel modo di conservare i fondi di carte antiche, non più per materia come facevano la maggior parte dei suoi colleghi, ma con criterio storicistico, il metodo che la generazione dopo la sua adotterà universalmente.

Pare inarrestabile, il conte Boselli, invece qualcosa che lo frena c’è, la malattia, improvvisa e grave. E allora nel 1941 torna nella sua città per non ripartire più.

Tornare a Parma non deve essere stato poi così brutto, per lui che ha sempre amato la propria città. Sì, perché in tutti questi suoi spostamenti, dalla Sardegna alla Sicilia, da Malta a Napoli, da Firenze ai congressi nelle grandi capitali, il nostro continua sempre a studiare e raccontare Parma.

Accanto alla filologia romanza, Boselli, studia il dialetto parmigiano, assieme alla codicologia e alla letteratura, approfondisce la storia della sua patria.

Così si annotò un giorno, riprendendo lo scritto di un altro parmigiano, Arnaldo Barilli:

Io credo che sia un dovere per i letterati, specialmente per quelli che sono ancora giovani, lo studiare la storia e la letteratura della loro città natale, poiché soltanto quando tutte le singole storie particolari saranno compiute, si potrà sperare che si compia anche quella generale”.

Boselli ha tenuto fede a tale proposito, che resta sempre valido.

Antonio Boselli
Antonio Boselli

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Succede il 9 di gennaio:

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