Animali,  Cronaca,  Età contemporanea

8.4.1943. Arrestato il mangiagatti di borgo San Silvestro

8 aprile 1943 – Il signor Giuseppe Avanzini è condannato dal Tribunale di Parma quale cacciatore abituale di gatti.

Prima ancora che le bombe, la guerra ha portato la fame. Il cibo è razionato e si ottiene solo con la tessera. Anche gli animali domestici vanno bene per riempire la pancia. Soprattutto se non sono i propri.

Il nostro Giuseppe ha costruito una trappola per felini, una scatola lunga 60 centimetri con un’esca, che si chiude non appena qualcuno vi entra dentro. E funziona.

La trappola, piazzata sul tetto del 32 di borgo San Silvestro, è stata notata da un vicino, che l’ha segnalata ai carabinieri. Hanno denunciato anche un gatto morto che si vede appeso dietro una finestra dello stesso stabile, a casa di un certo signor Bonfiglio Benassi.

Nel sopralluogo che ne segue, i militari trovano l’animale ucciso e senza più pelo. Bonfiglio svuota il sacco: la trappola non è sua, lui ha solo comprato il gatto da un conoscente, perché ha fame e perché è buono come il coniglio. Il cacciatore di felini è Giuseppe Avanzini, verniciatore. In casa di Giuseppe i carabinieri trovano altri due gatti uccisi e pronti alla pentola.

Altri vicini di Giuseppe confermano. Da tempo, più volte, hanno acquistato gatti scuoiati dal signor Avanzini, e non hanno mai avuto da lamentarsene. Avanzini vende anche il pelo, che serve per fare giacche: “pelliccia autarchica”, viene chiamata.

Nonostante la fame, nonostante i clienti soddisfatti, Avanzini è processato e condannato. Nove mesi in prigione e 900 lire di multa. Chissà se una volta uscito non abbia ripreso le vecchie abitudini…

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