8.1.1480. Un fratone con la spada
8 gennaio 1480 – Viene sepolto a Parma nella chiesa del Carmine Rolando de Rossi, frate e guerriero.
Rolando, fratellastro del più famoso Pier Maria, è “di gigantesca statura al pari del semifavoloso Rolando Signor d’Anglante; lunga barba gli scendeva dal mento”, come scriverà lo storico Angelo Pezzana. Fin da ragazzo è parte dell’ordine dei Gerosolimitani, meglio noti come Cavalieri di Malta, ordine religioso armato, votato alla difesa dei luoghi sacri contro i musulmani, in quest’epoca visti inevitabilmente come nemici.
Già a 17 anni, attorno al 1427, Rolando diventa “frate milite”. La sua vita trascorre fra Parma e Rodi, roccaforte dei Gerosolimitani, fra preghiere e battaglie, che dopo le crociate molti cavalieri considerano ugualmente sante.
Più volte, il Rossi è chiamato a Rodi per partecipare a battaglie in difesa degli assalti islamici. La prima nel 1440, respingendo i mamelucchi del sultano d’Egitto. L’ultima nel 1480, quando è convocato nonostante sia ormai settantenne, per rispondere al tentativo di conquista del gran visir ottomano Gedik Ahmet Pascià, giunto con 160 velieri.
Ma le battaglie, Rolando de Rossi, le combatte anche a casa, dove gestisce numerose responsabilità.
Nel 1442, a 30 anni, è nominato priore dell’ospedale dell’Ordine di Malta a Parma, o meglio a Capodiponte (l’Oltretorrente), dedicato a San Giovanni, poi convento dei Paolotti (oggi sede universitaria). Negli anni successivi è messo a capo anche di Santa Maria del Tempio (poi sconsacra, oggi circolo Zerbini e della succursale di via Benassi del liceo Marconi, fra piazzale Rondani e in via Bixio) e delle precettorie di Noceto, di Cerro e di Cabriolo. Nel 1470, anche all’ospedale di San Lazzaro i malati lo reclamano come direttore, lui non si tira indietro e assume il ruolo nonostante le proteste del predecessore scalzato.
Tanto nella gestione degli incarichi che nella vita privata, il nostro dimostra un acceso temperamento: è pur sempre un guerriero mosso da fervore divino.
Nel 1447 cerca di assassinare il conte Lodovico Valerj, che lo ha offeso. L’attentato non riesce, ma basta il tentativo per sollevare sanguinosi tumulti, con diversi morti ed il saccheggio di alcuni monasteri gestiti da donne della famiglia Rossi. Rolando si salva solo nascondendosi nella torre di San Giovanni.
Nel 1477, armato di tutto punto, partecipa alla conquista della rocca di Noceto, in danno ai Sanvitale.
Nel 1479 ospita nel monastero in Oltretorrente alcuni dei 500 cavalieri e 300 fanti radunati per evitare che Parma sia presa dal condottiero Roberto Sanseverino d’Aragona.
Solo la fatica di una lunga vita piega infine l’ardimento di Rolando de Rossi, che tornato da Rodi dopo quattro mesi di combattimenti, rivede Noceto e muore.