Cronaca,  Età contemporanea

7.9.1942. Campane delle chiese fuse per fare bombe e fucili

7 settembre 1942 – Don Alberto Baroni, parroco di Sant’Uldarico, riceve da un messo della Prefettura la notizia che presto perderà le campane della sua chiesa. L’ordine viene dal sottosegretariato per le Fabbricazioni di guerra: il metallo delle campane serve per fabbricare proiettili, cannoni, corazze. Non solo le campane di via Farini, ma quelle di tutti i campanili d’Italia.

Passano ancora alcune settimane prima che le campane vengano effettivamente prelevate. Il 19 ottobre, una squadra di volontari fascisti porta a terra due delle tre campane di Sant’Uldarico. La terza si salva perché deve suonare in caso di attacco aereo, se i sistemi con autoparlante dovessero bloccarsi per un black out.

Lo stesso giorno passano anche in altre parrocchie, ad esempio al Santo Sepolcro, in strada Vittorio Emanuele (oggi Repubblica), dove vengono confiscate tre campane. Le raccoglie tutte un funzionario dell’Ente distribuzione rottami per essere avviate alla fusione a fini bellici.

Pochi mesi prima, il 23 aprile, Benito Mussolini ha firmato un decreto che impone la requisizione forzata di tutte le campane del Paese.

Nella Diocesi di Parma, in pochi mesi vengono rimosse dalla loro sede 384 campane, per un peso di 62 tonnellate, 187 chili e 400 grammi di ferro e bronzo. A queste se ne aggiungono 114 dalla Diocesi di Fidenza, per 26,0797 tonnellate di metallo. La diocesi di Parma è settima in Italia per numero di campane sequestrate, dopo Bergamo (1.224), Piacenza (697), Milano (693), Bologna (523), Brescia (513) e Reggio Emilia (459). Alla fine, il regime raccoglie 11.228 campane, pesanti insieme oltre 3,7 milioni di chilogrammi.

Dall’inizio della guerra, sono iniziate le raccolte di rottami, ben presto estese a cancellate, pentole da cucina, attrezzi da lavoro… Ogni oggetti di metallo viene sacrificato nello scontro fra Asse e forze Alleate. È una raccolta meno famosa di quella de “l’oro per la patria”, ma comunque di forte impatto sulla gente. E ora le confische arrivano ad investire anche i luoghi di culto.

Tornata la pace, lo Stato italiano si impegna a restituire le campane espropriate, o almeno quantità di metallo sufficienti per forgiarne di nuove, un lavoro iniziato nel 1947 e trascinato per quasi un decennio. Le campane di Sant’Uldarico sono fra le prime a tornare a casa. Non sono le stesse, ovviamente, ma di nuova fusione. Ricollocate proprio nel 1947, riportano la scritta: “Bello flagrante ablato, pace redeunte restituto” (Tolto allo scoppio della guerra, restituito con l’avvento della pace).

La chiesa del Santo Sepolcro, invece, riavrà le sue campane solo il 18 febbraio 1951, allora benedette dal vescovo Evasio Colli.

Elenco delle campane requisite nel corso della Seconda Guerra Mondiale nella Diocesi di Parma
Elenco delle campane requisite nel corso della Seconda Guerra Mondiale nella Diocesi di Parma
Elenco delle campane requisite nel corso della Seconda Guerra Mondiale nella Diocesi di Fidenza
La posa della nuova campana nella chiesa di Sant’Ulderico a Parma nel 1951

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