Cultura & Società,  Medioevo

7.5.1279. Il santo bevitore con un dito d’aglio

7 maggio 1279 – Muore a Cremona Alberto di Villa d’Ogna, uomo di grande carità che in gioventù era stato brentatore, cioè trasportava il vino nella brenta (una sorta di zaino per i liquidi).

La notizia si sparge rapidamente. Non appena giunta a Parma, i brentatori della città subito si radunano per celebrare il loro eccellente compagno. Si riuniscono nella chiesa di San Pietro sulla piazza grande, davanti alla quale di solito stazionavano in attesa di clienti. E dipingono all’interno del tempio un’immagine di Alberto con l’aureola intorno alla testa.

Nel giro di poco tempo, Alberto diventa il santo più amato in città. Il suo culto si diffonde in tutte le parrocchie, e per qualcuno è l’occasione per tentare una proficua truffa…

Ma andiamo con ordine.

Alberto è oggi iscritto al Martirologio romano. Che cosa ha subito? I rimproveri di una moglie iraconda! Che lo sgridava ogni volta che spendeva i soldi di casa per aiutare la povera gente. Alberto sopporta ma non desiste, finché non lascia moglie e paese per trasferirsi a Cremona, dove entra nel Terz’Ordine domenicano e apre un ospedale per offrire alloggio e cura agli indigenti.

Si dice che nel momento della morte, una colomba gli abbia portato l’eucaristia e le campane delle chiese abbiano suonato da sole e che quando veniva scavata la terra per la sua sepoltura, il terreno diventava pietra, perché Dio lo voleva inumato in un altare e non in una banale tomba.

A Parma, i brentatori non si limitano al culto. Seguono anche l’esempio di Alberto e in pochi mesi attrezzano anche qui un ospedale come lui aveva fatto a Cremona, eretto in alcune case appositamente comprate vicino alla chiesa di Santo Stefano. L’ospedale si chiama proprio di Sant’Alberto e funzionerà per due secoli.

Fra coloro che assistono al successo improvviso del nuovo santo c’è anche Salimbene de Adam. Il cronista francescano non crede affatto alla santità di Alberto: afferma che i sui sono “miracoli da burla”; che l’uomo “era stato portatore e insieme bevitore di vino e anche peccatore”; e che se i brentatori ne promuovono il culto è per interesse, poiché frutta molti ex voto e “i brentatori tutta questa roba se la tenevano per sé e se la dividevano fra di loro”.

Ma pur scettico, Salimbene non può nascondere il grandissimo seguito che Alberto ottiene a Parma e a Reggio Emilia:

Dopo la sua morte, come si raccontava in giro, Dio aveva fatto molti miracoli a Cremona, Parma e Reggio. […] Nelle parrocchie si formavano delle compagnie e uscivano per i vicoli e le piazze per radunarsi insieme e venire in processione alla chiesa di S. Pietro dove c’erano le reliquie di questo Alberto. E portavano croci e gonfaloni e procedevano cantando e offrivano porpore, sciamiti, baldacchini e molti denari. […] i parroci procuravano di dipingere nelle loro chiese l’immagine di questo Alberto, per meglio ottenere offerte dalla gente. E in quel tempo la sua figura non si dipingeva solo dentro le chiese, ma anche su molti muri e nei portici delle città, dei paesi e dei castelli. E chiunque si fosse sottratto a queste celebrazioni era riguardato come eretico e invidioso”.

Da questo clima euforico, un tale di Cremona cerca di trarre vantaggio. Quest’uomo di cui non è stato tramandato il nome, viene un giorno a Parma annunciando a tutti quelli che incontra di portare in eccezionale dono: è una reliquia, il dito mignolo del piede destro di sant’Alberto!

E allora popolo e clero organizzano una grandiosa cerimonia. Il dito va posto nell’altare maggiore della cattedrale! Vengono tutti a vedere, perfino i bambini: in duomo, quel giorno, non manca neppure uno dei cittadini di Parma. Sono giunti in processione, attraversando le vie maggiori.

Il vescovo Obizzo Sanvitale accoglie la reliquia e la affida al suo vicario Anselmo Sanvitale. Questo non si limita ad osservare con commozione il sacro oggetto – come fanno tutte le altre migliaia di occhi intorno -, ma lo bacia, lo respira, lo annusa… Ed è allora che si scopre l’imbroglio. Che strano odore, questo dito. Sa di aglio! Sì, proprio di aglio. Anzi: è uno spicchio d’aglio seccato! Altro che reliquia. Con grande imbarazzo di tutti, la cerimonia si interrompe improvvisa e l’assemblea si scioglie nel silenzio. Quello di Cremona che aveva portato la falsa reliquia, forse sperando di ricavarne onori e ricompense, o solo per burlarsi di una città intera, si dilegua per primo.

Forse anche a causa di questo episodio, il culto di Alberto di Villa d’Ogna a Parma inizia a confondersi con quello di un altro Alberto, più vicino alla città, sant’Alberto di Gerusalemme, vescovo e fondatore della regola dei carmelitani, nato a Castel Gualtieri nel 1149, all’epoca terra parmense.

Ma altrove il ricordo di Alberto il brentatore si perpetua, fino all’ufficiale riconoscimento di beato, concesso da papa Benedetto XIV il 9 maggio 1748. L’unica reliquia riconosciuta vera del beato Alberto sta nella chiesa parrocchiale di Villa d’Ogna.

Sant'Alberto di Villa d'Ogna, affresco del Maestro di Angera, fine XII-inizio XIV sec., chiesa di San Michele al Pozzo Bianco di Bergamo Alta
Sant’Alberto di Villa d’Ogna, affresco del Maestro di Angera, fine XII-inizio XIV sec.,
chiesa di San Michele al Pozzo Bianco di Bergamo Alta
Il sant'Alberto dell'oratorio di Sant'Ilario a Parma, qui rappresentato perché in città c'era un ospedale chiamato proprio Di sant'Alberto: l'ospedale era dedicato ad Alberto di Villa d'Ogna, brentatore, ma nel dipinto si riconosce Alberto vescovo di Gerusalemme; il culto dei due personaggi omonimi, a Parma si è sovrapposto (affresco di Giovanni Maria Conti, 1664-1666)
Il sant’Alberto dell’oratorio di Sant’Ilario a Parma, qui rappresentato perché in città c’era un ospedale chiamato proprio Di sant’Alberto: l’ospedale era dedicato ad Alberto di Villa d’Ogna, brentatore, ma nel dipinto si riconosce Alberto vescovo di Gerusalemme; il culto dei due personaggi omonimi, a Parma si è sovrapposto (affresco di Giovanni Maria Conti, 1664-1666)

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.