
7.4.1946. Un sindaco eletto dopo 23 anni
7 aprile 1946 – Prime elezioni libere dopo la dittatura. I parmigiani possono tornare a votare il loro Consiglio comunale, sciolto nel lontano 1923. Le amministrative precedono infatti di quasi un mese le più famose politiche del 2-3 giugno.
Al richiamo delle urne risponde una parte grandissima dell’elettorato: l’affluenza è ben dell’87%, ovvero 70.593 voti. Chi vince? Nettamente la sinistra. Primo partito quello comunista, secondo il socialista. Solo terza la Democrazia Cristiana.
Dopo 23 anni, la sala del Consiglio al piano nobile del Municipio torna a riempirsi.
Nella prima riunione in piazza Garibaldi, il 20 aprile alle 15,00, viene eletto sindaco Primo Savani, 49 anni compiuti da poche settimane, avvocato originario di Berceto. Di formazione socialista, nel 1924 Savani era stato fra i fondatori del clandestino Circolo universitario antifascista e nel 1940 del Comitato d’azione antifascista. Nel corso della dittatura si converte al comunismo e nel 1943 sale in montagna come partigiano, assieme alla moglie e alle due figlie.
Il dopoguerra è il momento dell’assuzione degli incarichi di maggior responsabilità, non solo la poltrona di sindaco in questa primavera 1946, ma anche la funzione di pubblico ministero nella Corte d’assise straordinaria per i crimini di guerra.
Al momento dell’insediamento, Savani tiene un discorso denso di ideologia, rivendicando il diritto e il dovere del proletariato a risolvere definitivamente le questioni del mondo: “La classe lavoratrice è destinata storicamente a risolvere i problemi di carattere morale e materiale che preoccupano la società”, dice.
In Comune resterà per meno di due anni e nel 1951 sarà eletto presidente della Provincia, confermato fino al 1960.

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Succede il 7 di aprile:

