7.4.1167. Parma nella Lega per fermare il Barbarossa
7 aprile 1167 – Nel monastero di Pontida, gli ambasciatori di cinque città stringono alleanza per contrastare il potere dell’imperatore Federico Barbarossa. Fra le cinque città presenti, c’è anche Parma. Nasce quella che viene chiamata Lega Lombarda.
Nelle settimane precedenti, città a nord del Po già hanno firmato patti di reciproco aiuto in difesa dell’autonomia dei Comuni. Prima Bergamo, Cremona, Brescia e Mantova, poi anche Milano.
A Pontida, invece, si racconta (anche se il racconto è molto tardo) che ci siano Parma, Piacenza, Milano, Ferrara e Lodi.
Una quindicina di anni prima, erano state proprio le lotte fra i Comuni a fornire al Barbarossa la scusa per portare i suoi eserciti in Italia e cercare di prenderne il controllo. L’imperatore passa le Alpi nel 1154, poi nel 1158, di nuovo nel 1163 e ancora nel 1166. E ogni volta è più aggressivo verso le autonomie concesse ai Comuni dai suoi predecessori. Finché i Comuni stessi non capiscono che è meglio mettere da parte interessi locali e rivalità antiche, per allearsi contro questo imperatore visto ormai come un nemico.
Qualche vecchio racconto, diceva che Parma si unisce alla compagnia non proprio in modo spontaneo, ma obbligata dalle minacce dei centri vicini.
Le città si uniscono in una Lega cremonese (quella di cui fa parte anche Parma) ed una Lega veronese, che poi si fondono nella Lega lombarda. Le alleanze fra municipi non sono una novità, ma stavolta ci sono elementi unici. Anzitutto, si schierano contro Federico Barbarossa anche Comuni da sempre filoimperiali, che non accettano di pagare i pesanti tributi chiesti dal detentore della corona. E poi, la Lega porta ad esiti notevolissimi.
Allargandosi rapidamente ad altre città e a signori feudali, diventa tanto forte da riuscire a sconfiggere l’esercito del Barbarossa. Nel corso della sua quinta ed ultima discesa in Italia, dal 1174 al 1177, Barbarossa viene sconfitto e deve rinunciare al suo progetto di pieno controllo sull’Italia.
La pace è siglata a Costanza il 25 giugno 1183 e coinvolge 17 città, fra le quali naturalmente Parma, rappresentata al tavolo della firma dai giudici Maladdobbato e Vetulo e da Corrado Bolzoni e Iacopo di Pietro Bava.
Quanto tornerà ancora a sud delle Alpi nel 1184, l’imperatore verrà senza esercito, chiedendo aiuto ai Comuni e non combattendoli.