Epoca Moderna,  Scienza & Tecnica

7.12.1780. Sardi insegna l’arte della delineazione

7 dicembre 1780 – Un brillante ingegnere viene incaricato di insegnare ai giovani colleghi un’arte che sta assumendo crescente importanza: il disegno di mappe. Nasce così la Scuola di Delineazione del Ducato di Parma, che prima di allora non aveva mai avuto nulla del genere.

L’ingegnere è Gian Pietro Sardi, già famoso per la prima rappresentazione catastale di Parma, l’Atlante che porta il suo nome, pronto già nel 1767.

Sardi è una delle personalità che contribuiscono a fare di Parma la “Atene d’Italia” del secondo Settecento, contributo riconosciuto in età avanzata, quando sarà nominato accademico d’onore dell’Accademia di belle arti.

La cartografia è un’arte antica, ma per molti secoli non praticata. Il Medioevo è sostanzialmente privo di rappresentazioni realistiche del mondo. I grandi viaggi dell’Epoca moderna risvegliano interesse verso le mappe. Ma è solo nel Settecento che in vari Paesi d’Europa talenti autodidatti iniziano a costruire disegni dettagliati e completi del territorio. Le mappe diventano rapidamente uno dei più importanti strumenti di conoscenza – e dunque di controllo – di città e campagne, indispensabile nel mondo nuovo degli Stati che accentrano il potere.

In Italia, Sardi è uno dei più bravi a produrre mappe. Forse il migliore. Prima del suo Atlante, sia in Piemonte che in Lombardia vengono realizzate planimetrie estese. Solo Sardi, però, per Parma osa scendere al massimo dettaglio, con scale tre volte più grandi dei precedenti.

Il nostro inizia con umili incarichi di rilevamento di confini di proprietà. Le sue capacità sono però presto notate e può impegnarsi in lavori di crescente valore. Finalmente, nel 1778, a quasi 40 anni di età, è cooptato nel Corpo degli ingegneri, che fa parte dell’esercito del Ducato. In poco scala i gradi e gli è anche chiesto di ridefinire le misure in uso nel parmense; qui, nel Settecento, al posto del metro si usa la pertica.

E finalmente, in questo 7 dicembre 1780, il duca Ferdinando di Borbone firma il rescritto che gli ordina di insegnare tecniche di rilevazione e di disegno ai giovani ingegneri parmensi. La Scuola formerà agrimensori e topografi per molti anni.

A Gian Pietro, che muore nel 1793, a capo della Scuola succede suo figlio Agostino. Lui è stato fra i suoi primi allievi: insieme, a cavallo, hanno girato le campagne con lunghe catene, per misurare le distanze fra un albero e l’altro, fra un ponte e una chiavica, fra gli angoli degli edifici. Dati che servono poi a riprodurre il mondo sulla carta, disegnando a china e colorando ad acquerello.

Chissà cosa penserebbe, l’agrimensore del XVIII secolo, se fosse ancora qui a guardare Google Maps, i navigatori gps, i ciclocomputer? Probabilmente sarebbe orgoglioso di aver contribuito anche lui alla rivoluzione cartografica esplosa proprio ai tempi suoi.

Piano della Città e Castello di Parma, prima tavola dell'Atlante Sardi, 1767
Piano della Città e Castello di Parma, prima tavola dell’Atlante Sardi, 1767

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