6.8.1284. Si avverano le profezie di Asdente!
6 agosto 1284 – Si avvera una delle tante profezie di Benedetto detto Asdente (“lo sdentato”): la fine della potenza della Repubblica marinara di Pisa, disastrosamente sconfitta in mare dai Genovesi. Di Asdente, il calzolaio con bottegfa fuori da porta Santa Croce, scriverà con grande stima il cronachista Salimbene de Adam, mentre Dante Alighieri lo metterà all’Inferno, cerchio ottavo, quarta bolgia: “Asdente, ch’avere inteso al cuoio e a lo spago ora vorrebbe, ma tardi si pente“.
Asdente è diventato famoso per le sue predizioni, fatte a partire dal 1258 leggendo a modo suo i libri della Bibbia, soprattutto Isaia, Geremia, Osea, Daniele e l’Apocalisse, ma anche raccolte di detti allora attributi a Merlino, Sibilla a Gioacchino da Fiore e l’apocalittica medievale.
A lui si rivolse più volte il vescovo di Parma Obizzo II Sanvitale e ricevette ambasciate di diverse città, che lo trattavano come un oracolo.
Cosa predisse, dunque, Asdente? La morte di papa Niccolò III nell’agosto 1280 e del suo successore Martino IV (indicando anche il giorno, 28 marzo 1285) e i successivi travagli nella nomina dei tre pontefici che seguirono; il tradimento di Modena e Reggio nei tentativi di pace fra le città emiliane nel 1284; la distruzione di Modena; le disgrazie di Pisa nelle lotte con Genova (non solo la battaglia finale allo scoglio della Meloria, ma anche la cattura di un trasporto d’argento e le sconfitte a Cagliari e all’isola di Tavolara). E soprattutto l’imprevedibile sconfitta di Federico II il 18 febbraio 1248 ad opera dei parmigiani.
Asdente è ricordato nella toponomastica di Parma in un vicolo a lui intitolato, che si trova dove fino a inizio Novecento stava la chiesa di Santo Spirito, dove Benedetto detto Asdente fu sepolto.