6.5.1858. Demolita l’antica chiesa dei vescovi longobardi
6 maggio 1858 – Per ragioni difficilmente comprensibili, il vescovo Felice Cantimorri sconsacra l’antica e gloriosa chiesa di San Lorenzo. Antica perché citata in documento dell’anno 830. Gloriosa perché è stata la cappella del primo palazzo vescovile di Parma, prima che il vescovo Ugo, all’inizio del secondo millennio, facesse costruire l’attuale vescovado.
Divenuto vuoto edificio civile, l’oratorio sarà demolito alla fine dell’Ottocento, cancellando un testimone importante della storia della città, che avrebbe potuto ancora raccontare molte cose.
E dire che prima della decisione di Cantimorri, la chiesa era stata ristrutturata, affrescata da Luigi Scaramuzza e dotata di nuove reliquie. Come era San Lorenzo in principio nessuno lo sa. Alla fine, ha forme gotiche, con una facciata dominata dal portale sormontato da un arco a sesto acuto e in alto il tamburo del tetto, dietro cui svetta il piccolo campanile a punta.
È probabile che qui celebrassero la messa i vescovi longobardi Esuperanzio e Grazioso e quelli franchi, signori della città, come Guibodo ed Elbungo. Forse, vi fu sepolto pure l’imperatore e re d’Italia Guido duca di Spoleto.
Col trasferimento del vescovado, San Lorenzo perde di importanza: a tratti parrocchia, sede di confraternite, cappella privata. Fino all’improvvisa demolizione.
(L’oratorio occupava esattamente la parte di piazzale San Lorenzo fra la paninoteca Frank Focaccia e l’enoteca Canistracci)