Età contemporanea,  Politica

6.4.1919. Fascisti con la maschera del femminismo

6 aprile 1919 – Regina Terruzzi, bandiera delle suffragette italiane, viene a Parma a parlare del diritto di voto alle donne. In gennaio, il leader dei socialisti Turati aveva chiesto di seguire l’esempio inglese e riconoscere il suffragio femminile. Il mese dopo gli facevano eco i popolari di don Sturzo.

La Terruzzi è stata invitata dall’Università popolare per spiegare tutto questo. Pochi giorni prima, lo stesso tema era stato trattato in un’altra dissertazione al medesimo istituto, dello studente in Legge Giuseppe Ratiglia.

La Terruzzi era diventata famosa una ventina di anni prima, difendendo pubblicamente il suo diritto ad insegnare nella scuola pubblica pur essendo una ragazza madre, e il diritto delle sue allieve di frequentare un istituto tecnico. La sua battaglia, sostenuta da molti, l’ha vinta, un’esperienza che la spinge ad impegnarsi sempre più per i diritti delle donne.

Ma le cose, nel corso della sua conferenza parmigiana all’Università popolare in via Carducci, vanno in modo molto diverso da come ci si potrebbe aspettare. Nessuno racconta cosa precisamente dica l’oratrice nel corso del suo intervento a Parma, ma se ne conosce l’esito: all’Università popolare, in questo 6 aprile 1919, nasce il secondo dei “fasci di combattimento in Italia”, preludio del Partito fascista. Il primo circolo di Benito Mussolini era sorto giusto il 23 marzo a Milano, e chi c’era quella volta in piazza San Sepolcro? Regina Terruzzi. Che ha conosciuto il futuro dittatore nel corso della guerra, avviando una duratura corrispondenza.

A Parma, è certamente su questo che concentra il suo intervento. La Terruzzi sosterrà sempre di non aver mai aderito pienamente al fascismo, ma se a Parma sorge il secondo circolo mussoliano, è per lei.

E il femminismo politico? Il 6 settembre di questo 1919, la Camera approva la Legge che ammette al voto “tutti i cittadini di ambo i sessi”. Poi però il governo cade, si torna alle urne e il Senato non fa in tempo a ratificare. Mussolini frequenterà occasionalmente attività delle suffragette come la Terruzzi, facendo promesse, e il 22 novembre 1925 il fascismo approverà un’altra legge che concede il voto alle donne, ma è una beffa, perché subito dopo il regime cancella ogni tipo di elezione.

Nel 1931, a Regina Terruzzi sarà consegnata una tessera del PNF ad honorem, datata 1919.

Regina Terruzzi negli anni Venti in un ritratto fotografico di Emilio Sommariva

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Succede il 6 di aprile:

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